[25/09/2008] Energia

Fonti rinnovabili ed efficienza energetica per le imprese

PRATO. I dati più recenti ci dicono che in Europa lavorano, nel settore delle energie rinnovabili, circa 350.000 persone con un fatturato di 30 miliardi di Euro. Poiché le rinnovabili coprono oggi il 6% del fabbisogno energetico e l’Europa si è data l’obiettivo di arrivare al 20% nel 2020, non è difficile immaginare le possibilità di sviluppo di questo settore economico.
Il problema è come cogliere questa opportunità anche a livello regionale.

Prima di entrare nel merito delle scelte, è necessario considerare alcune variabili.

La prima è quella della struttura degli aiuti. Nel nostro paese le sovvenzioni governative sono rivolte a favorire la produzione di energia rinnovabile, attraverso i certificati verdi, i certificati bianchi ed il conto energia. Alle regioni compete invece sostenere gli investimenti per favorire la diffusione di tale tipo di impianti.
La seconda è data dal vantaggio degli aiuti e dalla durata di questi. Per favorire la produzione di energia elettrica verde l’Italia ha applicato il più alto livello di aiuti in Europa, con punte massime nel conto energia. Questi aiuti vengono garantiti per periodi di tempo molto lunghi, dai 15 ai 20 anni. Ma non sappiamo per quanti anni potrà essere mantenuta questa offerta. Anzi, nel settore del fotovoltaico, le esperienze di Germania e Spagna, che stanno abbattendo il proprio conto energia, ci segnalano che l’arco di tempo in cui è possibile concentrare alti livelli di aiuto non arriva al decennio.

La terza variabile è quella della dinamica dei costi. Questo è un settore in cui i costi degli impianti sono ancora troppo alti, ma tendono a scendere altrettanto velocemente in virtù della crescente domanda e, soprattutto, della costante introduzione di innovazione tecnologica.

Questi impianti si acquistano nell’Europa del nord ed in Spagna, per cui la capacità di incidere sulla riduzione dei costi di produzione, per un paese come il nostro dove di fatto non esiste produzione, è molto limitata.

Date queste variabili la possibilità di cogliere l’opportunità di cui parlavo all’inizio, tenuto conto delle caratteristiche e delle peculiarità sia economiche che ambientali della nostra regione, dipende dalla velocità con cui sarà possibile ragionare in termini di sistema o, se vogliamo, di alleanza tra impresa, università e pubblica amministrazione. Mi spiego meglio.

Se aiutiamo la diffusione di impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili, in particolare di fotovoltaico, senza che, in parallelo, prenda avvio la nascita di una industria delle rinnovabili e la formazione di un know how adeguato in Toscana, rischiamo, in breve tempo, e precisamente al momento in cui gli aiuti statali conosceranno una drastica riduzione, di subire un arresto della crescita della produzione di energia da rinnovabili. Favorendo innovazione tecnologica e produzione locale di impianti o di componenti di impianti o di sistemi di controllo ed assistenza per gli impianti, potremo viceversa alimentare un sistema in cui si riduce la dipendenza dalle importazioni e si avvia un processo di riduzione dei costi generali con conseguente tenuta della crescita di produzione di energia da rinnovabili anche in presenza di una riduzione degli aiuti statali.

Gli attori di questo sistema sono, prima di tutto, la Regione e gli altri enti locali e, nel contempo, le imprese, le università ed i centri di ricerca.

Nodo centrale dello sviluppo sono le tecnologie. In questo senso il bando della misura 1.1 del POR, che prevede un impegno a favore delle rinnovabili di circa 10 milioni di Euro entro il 2010, rappresenta una opportunità irripetibile. La capacità del sistema, o, se vogliamo, di questa nuova alleanza, deve tuttavia riuscire a superare il limite della scarsità delle risorse, coinvolgendo, ad esempio, il sistema bancario regionale e delle fondazioni per alzare i livelli di compartecipazione ai costi da parte di imprese ed università e consentire così di poter finanziare un numero maggiore di progetti.

L’intervento dell’Assessorato all’energia della Regione Toscana è invece concentrato a favore della diffusione degli impianti di produzione di energia alimentati da rinnovabili, nonché delle azioni di riduzione dei consumi energetici.

Le risorse a disposizione per gli aiuti agli investimenti in tema di energia sono strettamente connesse al POR CREO in cui, per la prima volta, è presente un Asse dedicato all’energia, l’Asse III – Competitività e sostenibilità del sistema energetico- suddiviso in tre linee di intervento:
1. Sostegno per la realizzazione di impianti per la produzione di energia.
2. Sostegno alla razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici ed alla efficienza energetica nei sistemi produttivi.
3. Azioni di accompagnamento (sensibilizzazione e animazione).
L’impegno complessivo, entro il 2010, è di 30 milioni di Euro. L’attivazione dei bandi, subordinata alle procedure di notifica, è prevista tra i prossimi mesi di ottobre e novembre. Beneficiari degli interventi saranno imprese ed enti locali.

Altri programmi di aiuto in corso, di minore consistenza finanziaria, ma di notevole efficacia, sono rivolti alle famiglie, per favorire soprattutto la installazione di impianti fotovoltaici, ed ai comuni della Toscana.

Concludo con una riflessione sull’efficacia di queste azioni.
La Toscana è una regione in cui condizione dello sviluppo economico è il mantenimento di un costante equilibrio tra esigenze produttive e tutela ambientale e paesaggistica.

Il PIT ed il PIER hanno dettato le condizioni, anche attraverso un’azione di programmazione comunale e provinciale, per favorire una diffusione degli impianti di produzione energetica coerente con il mantenimento di tale equilibrio.

In questo senso, la riduzione dei tempi e del carico burocratico per la cantierabilità degli interventi, a parità di tutela ambientale, se non realizzata potrebbe comportare il rischio di compromettere l’efficacia delle azioni da noi approntate.

*Responsabile del settore miniere ed energia della Regione Toscana

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