[26/09/2008] Energia

L´Anev: Il potenziale eolico dell´Italia è più alto di quanto stimato

LIVORNO. «Il potenziale assegnato all´eolico italiano dal documento strategico sulle rinnovabili, presentato lo scorso anno dal governo a Bruxelles, è inferiore a quello reale». Lo sostiene l’Anev in un comunicato apparso sul suo sito internet. Nel quale dando notizia che il ministro Claudio Scajola parteciperà all´inaugurazione di Eolica Expo 2008 (in programma il primo ottobre alla nuova Fiera di Roma), annuncia che fornirà a breve il nuovo studio fatto dall’associazione «che dimostra il rilevante potenziale del nostro paese».

Spiega il segretario generale di Anev Simone Togni che: «Il vero potenziale dell´eolico in Italia è contenuto in questo importante studio con dati elaborati dalle misurazioni di più di 300 anemometri sparsi su tutto il territorio italiano in un periodo di 12 anni». L´obiettivo assegnato dall´Italia alle turbine eoliche - 12 GW di installato e una produzione di elettricità di 22,60 TWh - non solo è raggiungibile quindi per l’Anev, «ma addirittura sottostimato».

Nell´analisi dell´Anev il potenziale nazionale è inoltre suddiviso regione per regione ed è già scremato dai vincoli paesaggistici e ambientali dei vari territori e viene svolto anche un utile raffronto con situazioni analoghe di altri paesi europei.

La mappatura del vento in Italia – spiega sempre l’associazione nazionale energia del vento - mostra che le condizioni più favorevoli sono nel Mezzogiorno che hanno in Regioni come la Campania, la Puglia, la Sicilia, la Calabria, la Basilicata, e il Molise un potenziale rilevante. Ma anche il centro offre buone possibilità con il Lazio e l´Umbria, per non parlare delle Marche, dove il potenziale è altissimo anche se praticamente non sfruttato, un vero e proprio rimpianto per il Paese. A Nord le regioni con le migliori potenzialità sono Liguria, Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna.

La presentazione dello Studio per l’Anev «sarà anche l´occasione per evidenziare i principali ostacoli che si frappongono allo sviluppo di questa fonte energetica nel Belpaese a cominciare dai ritardi nell´emanazione di una serie di provvedimenti che dovrebbero dare attuazione alle norme sulle rinnovabili. In particolare, le linee guida fissate dal decreto legislativo 387 del 2003 che recepisce la Direttiva 2001/77/CE e ripreso ultimamente dalla finanziaria 2007 e da quella 2008; ritardi che rappresentano un serio vincolo non solo per l´eolico ma di tutte le fonti rinnovabili e per i quali l´Italia è già oggetto di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea».

A Eolica Expo l´Anev presenterà, inoltre, i dati sulle possibili ricadute occupazionali derivanti dalla piena attuazione del potenziale eolico italiano contenuti in uno studio realizzato in collaborazione con la Uil: si parla di 66.000 nuovi posti di lavoro, di cui un terzo di occupati direttamente nel settore e due terzi nell´indotto. Ma anche il protocollo d´intesa tra Uil e Anev, scaturito da questa collaborazione, incentrato su formazione e informazione riguardo all´energia eolica per favorire il più possibile l´accesso al settore di personale preparato e qualificato.

Nel dibattito tra i pro e i contro l’eolico, ormai a livelli parossistici vedi ad esempio gli strali contro le pale di Vittorio Sgarbi in quanto da lui ritenute brutte e quindi scempi ambientali, l’Anev porta uno studio basato su 12 anni di esperienza. E’ l’oste che dice bene del suo vino? Ammesso che sia così è soprattutto su questo piano che si può stabilire se un impianto è sostenibile ambientalmente o no, altrimenti si finisce per definire, come è già successo, un impatto devastante cinque pale eoliche accanto ad una discarica e in area industriale…

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