[30/09/2008] Comunicati

La costituzione socialista e ambientalista dell´Ecuador è anche made in Usa

LIVORNO. La stragrande maggioranza degli equadoriegni, il 64%, ha approvato con un referendum partecipatissimo il progetto di costituzione elaborato dall´Asamblea Constituyente.
I conservatori equadoregni, con una spericolata similitudine, sottolineano che la Costituente venne approvata con l´82% dei voti e che quindi i consensi per il presidente "socialista" Rafael Correa sarebbero calati del 18% in meno di un anno.

Nonostante gli equadoregni siano abituati ai cambi della costituzione, la stragrande maggioranza di loro ha dato fiducia al "progetto di Montecristi", che prende il nome dalla località in cui la nuova Costituzione è stata redatta, che rappresenta certamente un cambiamento radicale e non a caso si può riassumere nello slogan "buen vivir".

La destra piange perché Correa ha ormai assunto, democraticamente, il controllo sulle istituzioni statali e ha detto che così «si è data sepoltura alle lunga notte neo-liberista», agli accordi sottobanco, agli insulti al Congresso, ai contratti mafiosi ed al nepotismo.

A gioire sono soprattutto i popoli indigeni che rappresentano una forte base di consenso per la politica progressista ed ambientalista di Correa: «Il trionfo è anche nostro perché ora siamo riconosciuti costituzionalmente», ha detto il rappresentante dei pueblos montubios, La nuova Costituzione dà infatti ai popoli indigeni l´autorità legale ad agire per conto della Pachamama, la madre terra. La Costituzione rivede lo stesso concetto dii "natura" e le dà peso e entità giuridica, non più come proprietà da sfruttare e impedendo al diritto di proprietà di condizionare ed annullare i diritti delle comunità indigene e la sopravvivenza della biodiversità animale e vegetale. Inoltre nella Costituzione si dice che gli ecosistemi hanno il diritto di «mantenere e rigenerare i propri cicli vitali, la propria struttura, funzione e processi in evoluzione».

Alle comunità locali viene assegnato il compito di difendere l´ambiente dagli impatti umani «che possono portare all´alterazione degli ecosistemi o dei cicli naturali». Una novità costituzionale forse unica al mondo, frutto del lavoro dell´Assemblea costituente assistita dalla statunitense Community environmental legal defense fund che ha applicato in ambito statale ordinanze e pratiche già in atto in città Usa. Thomas Linzey, direttore del Community environmental legal defense fund, spiega che «L´Equador è ora il primo Paese al mondo a codificare un nuovo sistema di protezione ambientale sulla base di diritti» e la sua collega Mari Margil, dice che «Con questo voto, il popolo dell´Equador sta indicando la strada ai Paesi di tutto il mondo per cambiare radicalmente il modo in cui proteggere la natura».

L ´articolo 1 dei paragrafo sui nuovi "Diritti della natura" della Costituzione equadoregna recita: «Natura o Pachamama, è dove la vita si riproduce ed esiste, ha il diritto di esistere, persiste, mantiene e rigenera il suo ciclo vitale, la sua struttura, le funzioni ed i processi evolutivi. Ogni persona, comunità e nazionalità deve essere messa in grado di poter esigere il riconoscimento dei diritti della natura da parte degli enti pubblici»

La vittoria dei sì rappresenta un desiderio di trasformazione che si è imposto contro la vecchia partitocrazia e la gerarchia della chiesa cattolica che è pesantemente intervenuta nella propaganda per il no al referendum, accusando la nuova costituzione di essere abortista, centralista, contro la famiglia, la proprietà privata ed immorale.

Correa ha praticamente sfidato tutte le oligarchie e i partiti equadoregni confidando sull´appoggio popolare. Una costante che si ripete ormai da diverse tornate elettorali, con gli avversari di Correa che vengono massacrati elettoralmente da un nuovo blocco politico che è un misto di orgoglio nazionale, di diritti degli indios, di socialismo ed ambientalismo.

Il presidente Correa ha detto che «Coloro che si credevano padroni di questo paese hanno perso. Il 70% d´appoggio rappresenta una grande unità di popolo attorno a un progetto rivoluzionario. E´ il trionfo di tutti, la nuova Costituzione è di tutti ed a tutti noi spetta di vigilare perché il processo continui con fermezza e senza deviazioni. Anche in questa occasione gli oppositori mentitori e irresponsabili, che non sono tutti, apprendano la lezione. Il cambiamento è irreversibile, però aiutateci a mandarlo avanti non ad impedirlo».

Ma il vero nodo del contrasto con l´opposizione di destra (e non solo) è stato lo sfruttamento delle risorse petrolifere e minerarie. L´Equador con la Costituzione ha scelto la strada dello sviluppo sostenibile e della nazionalizzazione delle proprie risorse per redistribuire i guadagni ai propri cittadini ed alle comunità locali in campo: economiche e ambientali.

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