[30/09/2008] Comunicati

Crisi: quello che Berlusconi, Friedman e Boeri non dicono

LIVORNO. «Lo scenario è difficile e nessuno sa ancora valutare esattamente quanto a lungo e quanto in profondità avvertiremo gli effetti della crisi finanziaria Usa. Non sono pessimista per il futuro non per spargere ottimismo ma perché la nostra situazione finanziaria è meno fragile di quella Usa». Lo ha detto stamani Silvio Berlusconi in un intervento scritto invitato in occasione dell´assemblea Anfia (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche). «La capitalizzazione delle famiglie italiane è sufficiente – ha aggiunto - . Il motore è ingolfato, ma non guasto».

La pensa diversamente Alan Friedman (Nella foto) che a Ecoradio oggi ha detto: «Per quanto riguarda l´ Italia le conseguenze saranno una recessione aggravata, esporterà meno, il pil andrà giù. Insomma saranno anni difficili». Più in generale sulla crisi l’economista statunitense ha spiegato che «Non abbiamo visto ancora il peggio, purtroppo il peggio deve ancora venire. Si uscirà con molta fatica dalla crisi, ci aspettano molti anni magri e difficili. Siamo sicuramente davanti ad una crisi finanziaria ed bancaria più grave dopo il 1929».

«Temo- ha aggiunto sempre ai microfoni di Ecoradio- che l´economia reale, ossia posti di lavoro e recessione, sarà molto grave in Europa e America . Si salveranno forse il Medio Oriente e l´Asia. Ma tutto il mondo sarà danneggiato». «Bush – ha proseguito - ha danneggiato l´economia mondiale in modo storico. Le banche stesse- ha concluso - non hanno saputo giudicare il rischio di credito, ci vuole un capitalismo sotto controllo e un leader mondiale più responsabile . Però mi sento di dire che le elezioni americane sono irrilevanti, né Obama né McCain sono rilevanti per la crisi economica mondiale».

Una visione piuttosto pessimistica e, purtroppo, che non affronta minimamente il tema sulle conseguenze che questa crisi, oltre che su tutto il resto, ha drammaticamente sulle risorse della pianeta. Anche per Friedman, quindi, (perché per Berlusconi già lo sapevamo) il Rapporto Stern e l’Ipcc hanno parlato al vento. Punto di analisi che ignora pure Tito Boeri nell’ultimo suo editoriale (300 parole) su la voce.info nel quale cerca di indicare all’Europa quella che lui ritiene essere la risposta necessaria alla crisi: «Negli Stati Uniti, nonostante il periodo elettorale, i due candidati alle presidenziali hanno trovato un accordo per un piano di emergenza (anche se perora bocciato, ndr). Criticabile per quanto sia è un piano. L´Europa deve dare prova di analoga determinazione nel bloccare l´estensione della crisi. La prima cosa da fare sarebbe quella di affidare a una agenzia indipendente, se non alla BCE, le responsabilità di vigilanza sul sistema bancario. Sarebbe un segnale importante ai mercati. Vorrebbe dire che si vuole porre rimedio ai difetti di coordinamento fra banche centrali nella supervisione su banche che operano in paesi diversi e che si vogliono scongiurare i casi in cui il supervisore viene condizionato o “catturato” da chi dovrebbe essere oggetto della sua supervisione».

E’ un’opinione più che rispettabile, ma ha lo stesso vizio di tutte quelle che circolano (rispettabili anch´esse): l´ossessione è riparare i guasti e ripartire ( far ripartire l´economia) nella stessa direzione dissipatrice di risorse naturali e mortificatrice di quelle umane.

Segnaliamo infine una coincidenza: domani primo ottobre la Nasa compirà 50 anni e, come dicono le agenzie di stampa, è un compleanno con un grosso punto interrogativo sul suo futuro, tra l´incertezza sulle sfide da affrontare nello spazio e una cronica penuria di fondi causata dalla mancanza di entusiasmo per le sue attività. Il presidente George W. Bush ha indicato nel 2004 nuovi obiettivi per la Nasa: riportare astronauti sulla Luna entro il 2020 (stavolta per creare una base) e iniziare la preparazione per una missione umana su Marte.

Ma l´amministrazione Bush non ha poi stanziato il denaro necessario per sviluppare i grandiosi progetti. Molto dipenderà dai prossimi inquilini della Casa Bianca. I due candidati hanno espresso entrambi sostegno alla idea di far tornare l´uomo sulla Luna e promesso un aumento dei fondi della Nasa. Resta da vedere se sarà solo una promessa elettorale, con la speranza che lo sia davvero. In una fase storica dove si dovrebbe concentrare su cosa deve e cosa non deve crescere, le spese per tornare sulla Luna o magari tentare l’affascinante viaggio verso Marte, ci pare che possano attendere…

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