[01/10/2008] Comunicati

Gli impatti del climate change in Europa: dobbiamo adattarci, e al più presto

BRUXELLES. Il rapporto "Impacts of Europe´s changing climate" pubblicato da Agenzia ambientale europea (Eea), ufficio regionale per l´Europa dell´Organizzazione mondiale della sanità e Joint research centre della Commissione europea, elenca le crisi ambientali che impegnano l´Europa. Il rapporto si basa su 40 indicatori chiave e sottolinea le conseguenze dei cambiamenti ambientali e climatici già in corso: aumento del rischio di inondazioni e siccità, perdita di biodiversità, minacce per la salute umana e danni per settori economici come l´energia, i trasporti, la silvicoltura, agricoltura e turismo.

Per Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell´Eea, «Questo rapporto rende estremamente chiaro che molti settori e regioni di tutta Europa sono vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. L´attuazione di azioni di adattamento è appena iniziata. Abbiamo bisogno di intensificare tali azioni e migliorare lo scambio di informazioni sui dati, l´efficacia e i costi».

Il rapporto – di cui in parte abbiamo già parlato nei giorni scorsi - sottolinea che la vulnerabilità ai cambiamenti climatici varia notevolmente tra le regioni e settori economici e conferma che ad essere più esposti sono le regioni montane, le zone costiere, il Mediterraneo e l´Artico. Oltre alla riduzione globale dei gas serra, occorrono misure per l´adattamento al cambiamento climatico e per moderarne gli effetti. Molte attività di adattamento sono oggi rivolte alla difesa delle inondazioni, ma questo distoglie attenzione e fondi da altri problemi.

La Commissione europea ha in previsione un aggiornamento della European adaptation strategy e molti Paesi Ue stanno sviluppando ed attuando strategie nazionali di adattamento, ma la McGlade sottolinea che «Abbiamo bisogno di un migliore controllo e segnalazione di dati climatici e degli impatti osservati, di più dettagliati scenari territoriali e socio-economici, di una migliore informazione sulla vulnerabilità, di ulteriori informazioni sulle buone pratiche nelle azioni di adattamento, sui loro costi, e di migliori meccanismi di scambio di informazioni.

Il rapporto propone l´istituzione di una "European Clearing House" sugli impatti dei cambiamenti climatici, vulnerabilità e adattamento per rendere questi dati ampiamente disponibili, utilizzando e mettendo insieme al lavoro enti strutture e centri di ricerca europei ed internazionali che lavorano già sul global warming ed i sui effetti. Ecco in sintesi i principali risultati di "Impacts of Europe´s changing climate":

La temperatura media globale è aumentata quasi 0,8 gradi rispetto ai livelli pre-industriali, ma con aumenti di temperatura ancora più elevati alle latitudini settentrionali europee. Le precipitazioni annuali cambiano e subiscono le peggiori conseguenze (e differenze) nella parte piovosa del nord Europa e in quella secca del sud del continente, con al cune regioni, come il Mediterraneo, dove si registra un calo di precipitazioni del 20% in un secolo.

Secondo le osservazioni satellitari, il livello globale del mare è salito di 3, 1 millimetri all´anno negli ultimi 15 anni. L´attuale incertezza sul tasso e la< velocità di scioglimento dei ghiacciai delle Groenlandia rende problematiche le proiezioni dell´aumento del livello del mare per il futuro, è comunque chiaro che l´avanzata del mare può causare inondazioni costiere, erosione dei litorali, aumento del rischio di intrusione di acqua salata che potrebbero danneggiare gli ecosistemi costieri e le zone umide. La riduzione del ghiaccio del Mare Artico è accelerata: nel settembre 2007 la superficie minima è stata solo della metà del minimo normale misurato negli anni ´50. Le specie artiche, come foche, balene ed orsi polari, sono in pericolo.

La diminuzione della superficie dei ghiacciai nelle montagne europee è sempre più evidente e sta determinando cambiamenti nelle temperature e nelle precipitazioni, con notevoli conseguenze come l´aumento degli alluvioni prodotti dai fiumi europei e della siccità nell´Europa meridionale.

La modifica degli spostamenti di alcune specie di pesci dei mari settentrionali (mille chilometri negli ultimi 40 anni) possono avere gravi effetti negativi sulla pesca, come dimostra la riduzione gli stock di merluzzo nel Mare del Nord. Le fioriture primaverili di fitoplancton nei laghi iniziano un mese prima rispetto a 30 - 40 anni fa e possono favorire la crescita di cianobatteri pericolosi per la salute umana e gli ecosistemi.

Piante, uccelli, insetti e mammiferi si spostano a nord e verso l´alto alla ricerca di un clima più fresco ed entro la fine del secolo diverse specie di piante potrebbero aver spostato il loro areale di diverse centinaia di chilometri verso nord e fino al 60% delle specie di piante di montagna potrebbero trovarsi di fronte all´estinzione.

La stagione di crescita agricola è più lunga, soprattutto nel nord, questo potrebbe favorire l´introduzione di nuove colture, ma le rese diventeranno più incerte e variabili a causa degli eventi meteorologici estremi. Nei Paesi del Mediterraneo, la crescente richiesta di acqua per uso agricolo porterà ad una insostenibile concorrenza per l´acqua con il turismo e l´utilizzo domestico. La stagione di crescita delle foreste è in evoluzione e nell´Europa meridionale aumenterà il pericolo di incendi boschivi.

I cambiamenti climatici influenzano significativamente anche la salute umana: i 70 mila decessi in più segnalati in 12 Paesi europei nel 2003 potrebbero essere l´esempio di come il riscaldamento globale possa incidere direttamente sull´uomo. Gli effetti di ondate di calore, alluvioni, siccità, peggioramento dell´inquinamento atmosferico, cambiamenti della flora e dei vettori delle malattie possono danneggiare la salute di molte persone. Il sistema sanitario dovrà essere rafforzato e saranno necessarie azioni e misure particolari per le persone vulnerabili, come gli anziani, i bambini o le persone svantaggiate.

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