[02/10/2008] Energia

Consapevolizzare, redistribuire, motivare: la ricetta di Silvestrini per Kyoto

LIVORNO. Il direttore scientifico del Kyoto Club Gianni Silvestrini, nel suo ultimo editoriale, torna a parlare delle strategie energetiche del nostro paese e fissa tre azioni che un governo “motivato” potrebbe avviare subito per ottenere risultati importanti. Una risposta in qualche modo anche al ministro Prestigiacomo e compagni, pur Silvestrini mai citandoli e alzando il tiro al livello europeo.

«Il dibattito sulle politiche per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili in questo momento - comincia Silvestrini - è molto condizionato dalla fase di trattative tra i vari Paesi per definire gli obbiettivi europei al 2020. Poiché un numero sempre maggiore di Paesi ha ormai compreso e dichiarato che occorre muoversi verso tagli delle emissioni del 50-60% entro la metà del secolo, si comprende che in prima battuta l’aumento dell’efficienza energetica sarà determinante ed è una delle gambe delle future strategie energetiche».

«Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’Energia – prosegue - che ha esplorato le possibilità di dimezzare le emissioni climalteranti al 2050 (scenario Blue), una percentuale molto elevata delle riduzioni, il 36%, sarebbe ottenibile proprio grazie a un aumento dell’efficienza energetica negli usi finali».

Ma come operare per avviare, si chiede il direttore scientifico del Kyoto Club, un percorso di così radicali cambiamenti nell’utilizzo dell’energia? Tre, come detto, le azioni possibili.

«Innanzitutto – spiega - far crescere la consapevolezza della gravità della situazione, motivare le persone, coinvolgere profondamente operatori privati e istituzioni locali. Senza questa partecipazione corale ogni tentativo di modificare l’attuale modello risulterà perdente. Serviranno campagne di informazione, un’azione forte nelle scuole, strumenti di indirizzo dei comportamenti».

«In secondo luogo – aggiunge - occorrerebbe una diversa distribuzione delle risorse pubbliche e private. Quindi investimenti mirati a potenziare il trasporto pubblico, la rete ferroviaria e il cabotaggio, a creare una rete ciclabile nazionale, a ripensare il trasporto merci nelle città. Un’azione di governo illuminata può inoltre favorire gli investimenti privati in aree considerate strategiche per la gestione del cambiamento. Per esempio, stimolando la creazione di un’industria delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile».

«In terzo luogo – conclude - un Governo motivato e autorevole dovrebbe anche usare in maniera intelligente la leva degli obblighi e dei divieti. Ad esempio impedendo la vendita di elettrodomestici ad alto consumo, chiudere il centro delle città, garantire livelli certi di raccolta differenziata, definire limiti rigorosi nella costruzione degli edifici».

Tutto azioni possibili – osserviamo noi - a patto di avere un governo “illuminato”, appunto…

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