[06/10/2008] Parchi

In pericolo di estinzione il 36% delle specie di mammiferi del mondo

BARCELLONA. Dal World Conservation Congress in corso a Barcellona viene la conferma che una specie su 4 di mammiferi è a rischio di estinzione.
La nuova valutazione mondiale, realizzata da oltre 1.800 scienziati di 130 Paesi diversi, indica che almeno 1.141 specie di mammiferi tra le 5.487 conosciute sono minacciate di estinzione e che almeno 76 si sono estinte dopo il 1500.

Secondo Luigi Boitani, dell´università La Sapienza di Roma, «Sono indispensabili dati affidabili per tutte le attività di pianificazione della conservazione destinate a suscitare misure di protezione effettive per le specie ed i siti più minacciati. Per la prima volta, dei dati affidabili, forniti e validati dai migliori esperti del pianeta, mostrano le tendenze e le pressioni sulla sopravvivenza delle specie di mammiferi. La tendenza è particolarmente drammatica nel sud-est asiatico, dove le attività umane si sviluppano fortemente e la deforestazione rappresenta un grave problema».

La notizia positiva è che le politiche di salvaguardia servono: il 5% dei mammiferi in pericolo mostra segni di ripresa allo stato selvatico. Il furetto dai piedi neri (Mustela nigripes) non è più considerato estinto allo stato selvatico dopo una riuscita reintroduzione in natura da parte del Fish and wildlife service in 8 Stati occidentali Usa e nel Messico tra il 1991 e il 2008.

Anche il cavallo selvatico (Equus ferus) è passato dalla categoria "eastinto allo stato selvatico" a quella "in pericolo critico di estinzione" dopo che è stato reintrodotto in Mongolia negli anni ´90. L´elefante africano (Loxodonta africana) è passato da "vulnerabile" a "quasi minacciato", anche se le sue popolazioni e sottospecie sono molto minacciate in alcune parti del suo areale.

Secondo la direttrice dell´Iucn, Julia Marton-Lefèvre, «Nel corso della nostra vita, centinaia di specie potrebbero scomparire a causa delle nostre azioni, questo costituisce un segnale allarmante per lo stato degli ecosistemi dove vivono. Dobbiamo stabilire degli obiettivi precisi per il futuro al fine di invertire la tendenza ed evitare di lasciare come eredità la scomparsa di un gran numero di nostri parenti più vicini».

Una situazione che potrebbe anche essere peggiore: ben 836 specie di mammiferi sono infatti classificati nella Lista Rossa Iucn nella categoria "dati insufficienti", informazioni più approfondite potrebbero dunque far crescere di molto il numero dei mammiferi in via di estinzione.

«In realtà - spiega Jan Schipper, di Conservation International - il numero di mammiferi minacciati potrebbe raggiungere il 36%. Questo indica che azioni di conservazione condotte dalla ricerca devono essere chiaramente prioritarie in futuro, non solo per migliorare i dati e valutare i pericoli relativi a queste specie conosciute male, ma anche per esplorare dei metodi per recuperare le specie e le popolazioni minacciate».

188 mammiferi si trovano nella categoria "in pericolo critico di estinzione", tra queste la lince iberica (Lynx pardinus, nella foto), con una popolazione ormai ridotta da 84 a 43 individui adulti e che continua a calare per la rarefazione della sua preda principale, il conigli selvatico (Oryctolagus cuniculus).

Il cervo di padre David (Elaphurus davidianus) è ormai estinto allo stato selvatico e sopravvive solo in cattività con popolazioni in aumento che potrebbero consentire una sua reintroduzione in natura. E´ probabilmente troppo tardi invece per le altre 29 specie classificate "in pericolo critico di estinzione", tra le quali la piccola hutia di Cuba (Mesocapromys sanfelipensis), che non viene più vista da 40 anni.

450 specie di mammiferi sono classificate "in pericolo", tra le quali il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), che prima era classificato nella categoria "preoccupazione minore", dopo un calo del 60% della sua popolazione negli ultimi 10 anni a causa di un tumore trasmissibile e letale che la colpisce.

Il gatto pescatore (Prionailurus viverrinus), che vive nel sud-est asiatico è passato da "vulnerabile" ad "in pericolo" per la distruzione del suo habitat nelle zone umide, esattamente come la foca del Caspio che ha visto diminuire del 90% la sua popolazione a causa della caccia sfrenata e dell´inquinamento del suo ambiente.

La distruzione ed il degrado degli habitat colpisce il 40% dei mammiferi del pianeta, un fenomeno particolarmente esteso e preoccupante in America centrale e del sud, in Africa orientale e centrale, in Madagascar e in Asia del sud e sud-est.

Inoltre i grandi mammiferi asiatici, africani e sudamericani sono decimati dalla caccia e dal bracconaggio.

Il toporagno elefante dalla testa grigia non è più stato visto sui monti Udzungwa in Tanzania, probabilmente spazzato via dagli incendi delle foreste, si tratta di una specie "scoperta" appena quest´anno e subito inserita nella categoria "vulnerabile".

La direttrice del Programma specie dell´Iucn, Jane Smart, sottolinea che «Più aspettiamo, più questo ci costerà caro per prevenire le estinzioni future. Attualmente, sappiamo quali specie sono minacciate, quali sono le minacce davanti alle quali si trovano; non abbiamo più scuse per restare spettatori senza far niente».

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