[08/10/2008] Comunicati

Dimas: bene il Parlamento europeo sul pacchetto clima-energia

BRUXELLES. La Commissione europea ha accettato molto bene il voto del Comitato ambiente del Parlamento europeo che ha accolto una gran parte del "pacchetto energia". Il commissario Ue all´ambiente, Stavros Dimas (Nella foto), ha detto che «Il voto del Comitato è un´altra tappa cruciale nel processo per dotare l´Ue di misure concrete necessarie per raggiungere obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di gas serra e di aumento delle energie rinnovabili. Apprezziamo fortemente la velocità con cui il Parlamento sta trattando questo importante "pacchetto", che chiaramente conferma il suo senso di responsabilità ed il suo sforzo per affrontare la sfida del cambiamento climatico. E´ importante che il Comitato, approvando un gran numero di emendamenti, abbia votato per non cambiare la vasta architettura delle nostre proposte. Il pacchetto clima-energia rappresenta un esempio che i nostri partner internazionali seguono molto da vicino, e ogni passo verso la meta è importante. La prossima settimana, il 20 ottobre, dal Consiglio europeo e dal Consiglio dell´ambiente mi aspetto un ulteriore slancio in questa direzione».

Secondo Dimas il voto servirà ad avvicinarsi agli obiettivi europei del "20-20-20" e potrà essere la base per un accordo finale tra Parlamento e Consiglio europei per fare in modo che l´Ue possa presentare una proposta comune e ben definita alla conferenza sul clima che si terrà a Poznan a dicembre.

Intanto la presidente dei Verdi al Parlamento europeo, Monica Frassoni e gli eurodeputati italiani Umberto Guidoni, Roberto Musacchio e Guido Sacconi, hanno inviato oggi una lettera aperta ad Emma Marcecaglia per criticare proprio le posizioni di Confindustria e governo Berlusconi sul pacchetto clima-energia e dicono che «E´ grave la scelta della Presidente di Confindustria di non partecipare agli incontri previsti a Bruxelles sul pacchetto energia».

Secondo la Frassoni, «Se trovassero seguito, provocherebbero conseguenze nefaste su tutta la strategia europea sul clima. In realtà, la strategia del governo italiano rappresenta un grosso rischio per la nostra industria e per l´Europa, si fonda su dati imprecisi e su una totale sottovalutazione del grande, positivo potenziale che per il nostro paese rappresenta la sfida della riduzione delle emissioni, dell´investimento nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico. I dati utilizzati da Confindustria, come quelli citati non meno di 15 giorni fa il Ministro Ronchi, per definire i costi per l´industria italiana non sono pubblici e quindi non possono essere discussi e confutati correttamente; si riferiscono allo studio solo preliminare dell´Istituto Rie di Bologna che pero´ non e´ ancora stato reso pubblico: ciò nonostante il Ministero dell´Ambiente ne ha rielaborato alcune proiezioni basate su dati non attendibili e metodologicamente non corretti. Vorremmo per esempio capire perché i costi per l´applicazione delle direttive 20/20/20 ammonterebbero, per la sola Italia, a 20 miliardi di euro l´anno, quando la Commissione, nell´unica valutazione di impatto riconosciuta esistente, parla invece di un costo, in investimenti e per tutta la Ue di 91 miliardi nel 2020 (che per l´Italia sarebbero dunque solo di 8) e di un risparmio di 50 miliardi in importazioni di idrocarburi e di 10 miliardi per minor inquinamento, portando il costo reale a 31 miliardi (di cui solo 2,7 per l´Italia). Noi crediamo che l´appiattimento degli industriali italiani alle scelte del governo sui problemi dell´energia non vada nell´interesse del paese e dunque della stessa industria italiana».

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