[14/10/2008] Consumo

Pesca: Ue finanzia raccolta e gestione dati per attuazione politica comune

LIVORNO. Anche quest’anno la Commissione europea fissa i termini per l’ammissibilità delle spese sostenute dagli Stati membri per la raccolta e la gestione dei dati per l’attuazione della politica comune della pesca. L’Ue stabilisce per il 2008 l’importo delle spese ammissibili e il tasso del contributo finanziario sia per le spese sostenute dagli Stati per il programma minimo (ossia quel programma che comprende le informazioni strettamente necessarie alle valutazioni scientifiche), sia per il programma esteso (ossia quello che comprende anche informazioni che consentono di migliorare in modo decisivo le valutazioni scientifiche). Per i primi gli Stati potranno beneficiare di un contributo finanziario non superiore al 50% delle spese ammissibili, mentre per i secondi di un contributo finanziario non superiore al 35 % delle spese ammissibili.

E siccome anche l’Italia ha presentato il programma nazionale per il 2008 alla Ue (così come Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Finlandia, Romania, Slovenia, Svezia e Regno Unito) potrà godere di un contributo pari a 2.136 227 di euro su una somma ammissibile di 4.272 453. Mentre per il programma esteso il contributo ammonta a 203.583 euro su una somma ammissibile di 581.666.

Ogni anno la Commissione europea adotta decisioni in merito ai contributi finanziari ai programmi nazionali. Perché l’azione finanziaria dell’Ue cerca di contribuire “all’obiettivo di una maggior raccolta e gestione dei dati e dei pareri scientifici richiesti” in modo tale da poter valutare” lo stato delle risorse, il volume di catture, l’impatto delle attività di pesca sulle risorse e sull’ecosistema marino e l’operatività del settore alieutico, dentro e fuori delle acque comunitarie”. Dunque con il finanziamento cerca di aiutare gli Stati membri a creare, su basi scientifiche, “serie pluriennali di dati aggregati che contengano informazioni biologiche, tecniche, ecologiche ed economiche”.

Nel 2003 la Commissione Europea ha lanciato la nuova politica comune della pesca (Pcp), proprio per conservare gli stock ittici, la biodiversità e l´ambiente marino, cercando di salvaguardare specie “non commerciali” (o meglio non più) come tartarughe, uccelli e mammiferi marini, attraverso il mantenimento di una flotta peschereccia europea sostenibile e garantendo la qualità del pescato. Per realizzare questi obiettivi, l’Ue si è dotata del Fondo europeo per la pesca (Fep), con un bilancio di 3,8 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.

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