[15/10/2008] Comunicati

Silvestrini: crisi opportunità per ridiscutere il modello energetico e di uso delle risorse

LIVORNO. Non sono molte, purtroppo, le voci fuori dal coro composto da quelli che, a causa della crisi, ritengono il pacchetto “clima-energia” un sovrappiù (per l’industria) da ridimensionare e rimandare a quanto torneranno le vacche grasse. Confindustria in testa a braccetto con il governo, ma non solo, nella pressoché totale assenza di controproposte da parte delle opposizioni. Gianni Silvestrini invece, direttore scientifico del Kyoto Club, è senz’altro una di quelle voci che oggi nel suo editoriale su QualEnergia (rivista che dirige) le cantano di santa ragione (a quel coro).

«La crisi finanziaria – comincia Silvestrini - cade in un momento molto delicato del processo decisionale europeo che dovrà delineare gli impegni dei Paesi nei confronti del pacchetto “clima-energia” al 2020. A livello politico la Commissione tiene la barra ferma, con in testa il presidente Barroso, che interpellato sulla posizione dell´Italia che ritiene insostenibili gli oneri per l´industria e l´economia, ha risposto con nettezza».

«A livello di singoli Stati invece – prosegue Silvestrini - sta emergendo una posizione di minoranza, capeggiata dall’Italia, con qualche seguito nella Polonia e qualche altro Stato dell’Est, che punta a mettere in discussione le attuali politiche. Tutto questo mentre dall’altra parte dell’oceano, Obama lancia invece un messaggio chiaro: a fronte dell’attuale crisi occorre rivedere alcune scelte di fondo in campo energetico per favorire maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e incrementare l’occupazione (5 milioni di nuovi posti di lavoro) puntando sul risparmio e sulle fonti rinnovabili».

«In Europa il mondo industriale è diviso - aggiunge Silvestrini - mentre la Confindustria italiana e quella tedesca chiedono un ammorbidimento delle regole, alcuni leader di importanti società inglesi come Centrica, LloydsTSB, Shell, Tesco e Vodafone sostengono che le azioni nei confronti del clima non devono essere allentate, anche in considerazione dei positivi effetti nello stimolare l’attività economica e creare occupazione».

«Insomma – conclude Silvestrini - la riflessione di fondo è proprio questa. O si crede che l’attuale crisi debba rappresentare un ulteriore potente elemento di riflessione e di ridiscussione del modello energetico e di uso delle risorse, o si ripropone una strategia tutta difensiva destinata semplicemente a ritardare la resa dei conti. Vedremo cosa emergerà dal Consiglio dell’Unione Europea di oggi 15 e domani 16 ottobre che avrà all’ordine del giorno anche le scelte della Ue sul clima».

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