[15/10/2008] Urbanistica

Cresme: I regolamenti edilizi diventano sempre più sostenibili

LIVORNO. A livello dei governi locali si sta già operando per rendere una realtà concreta le misure previste dal pacchetto clima-energia dell’Ue.
Il primo rapporto dell’Osservatorio nazionale regolamenti edilizi per il risparmio energetico presentato oggi al Saie di Bologna da Edoardo Zanchini, responsabile energia e urbanistica di Legambiente e Lorenzo Bellicini dell’Istituto di ricerca Cresme, mette in evidenza infatti, che molte amministrazioni locali stanno già lavorando in tal senso. Il rapporto prende in esame i regolamenti edilizi comunali, le linee guida provinciali e le normative regionali in materia di risparmio ed efficienza energetica e per la produzione di energia da fonti alternative ed evidenzia risultati del tutto incoraggianti. Su un campione di 1000 comuni, l’analisi di 188 regolamenti edilizi, mostra che attraverso l’obbligo (104) o con i soli incentivi (85) si è promosso un diverso modo di costruire che guarda alla sostenibilità ambientale.

«I regolamenti edilizi comunali sono una leva fondamentale per promuovere e realizzare politiche ambientali e energetiche innovative - hanno dichiarato i due curatori dell’indagine - Siamo abituati a ragionare di energia solo in termini di “fonte” (petrolio, gas, carbone, nucleare) e a pensare agli edifici come luogo di consumo di energia prodotta altrove».

Le esperienze realizzate in molti comuni italiani in questi anni, spinta da regolamenti edilizi di nuova generazione, prospetta invece «uno scenario in cui attraverso una profonda innovazione nel modo di progettare, costruire e gestire gli edifici non solo si può ridurre significativamente la domanda elettrica e termica civile, ma addirittura una parte dell’energia potrà essere prodotta dagli edifici e consumata o scambiata con la rete».

E secondo quanto emerso dall’indagine, queste azioni hanno già prodotto risultati significativi in termini di innovazione, offrendo anche una risposta concreta ai problemi di costo dell’energia delle famiglie.
Il principale indirizzo che emerge dall’analisi dei 188 regolamenti edilizi comunali è quello che riguarda l’obbligo (previsto in 104) di progettare e realizzare impianti di produzione di energia termica in modo di coprire con fonti rinnovabili almeno il 50% del fabbisogno annuo di acqua calda, l’installazione di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica (secondo quantità definite con valori diversi per unità abitativa dai vari regolamenti) e in alcuni casi di coprire una percentuale del fabbisogno totale di energia (15%-20%) con fonti rinnovabili quali esse siano (sole, acqua, vento, geotermia, biomasse).

L’obbligo riguarda tutte le nuove costruzioni, le demolizioni e ricostruzioni di fabbricati esistenti e le ristrutturazioni integrali di edifici che superino una certa dimensione per alcuni comuni, o tutte indistintamente per altri. Misurato in termini di potenziali, questi regolamenti interessano un mercato annuo di 40mila abitazioni, circa, che corrisponde al 13% delle 300mila abitazioni realizzate in Italia nel 2008, interessando 7,6 milioni di abitanti.

I regolamenti in alcuni casi riguardano anche interventi tesi a ridurre i consumi di risorsa idrica. Dall’adozione di sistemi di recupero di acque piovane e grigie da utilizzare per gli scarichi del water, alla realizzazione di pavimenti drenanti nelle superfici lasciate libere o nei giardini, all’uso di rubinetti frangiflutto. Indicazioni anche sull’uso di materiali naturali e di tecniche costruttive più sostenibili, sino al ricorso alla domotica (il controllo automatizzato dei servizi) per ottimizzare i consumi.

Ancora una volta si registra da questo rapporto una evidente vivacità dei comuni del nord, con oltre 132 regolamenti su 188, rispetto ai 48 del centro, mentre è scarna la risposta del sud con solo 8 regolamenti. Situazione analoga tra le province, dove il maggior dinamismo si evidenzia al nord, con la definizione di linee guida per i regolamenti edilizi comunali di tipo sostenibile approvati da Parma, Lecco, Varese, Milano, Como, Pavia, Trento e Bolzano.

Le Regioni prese in esame dal rapporto (Friuli, Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria) incentivano la realizzazione di edifici sostenibili con contributi economici (fino ad un massimo del 15% degli investimenti in Friuli, Veneto e Toscana) e urbanistici (incremento del volume edificatorio fino al 50% nelle Marche) e abbattimento degli oneri di urbanizzazione e del contributo di costruzione e regolamentazione presente (in tutte le regioni esaminate). Svolgono un ruolo di promozione verso i comuni ad adottare tali indirizzi nei loro regolamenti edilizi anche attraverso il ricorso a specifiche graduatorie di merito in funzione della quale assegnare incentivi economici ed urbanistici (Toscana); bandiscono concorsi di idee e progettazione per la realizzazione di interventi di bio-edilizia e bio-architettura, corsi di formazione e di diffusione dei temi dell’efficienza energetica e della riduzione dei consumi (Veneto).

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