[20/10/2008] Energia

Dopo il blitz di Greenpeace, la Sardegna sceglie il "20-20-20" (ed oltre)

LIVORNO. Continua il "Quit Coal Tour" di Greenpeace, dopo il blitz alla centrale a carbone di Civitavecchia, ieri i suoi volontari hanno bloccato il nastro trasportatore della centrale E.ON di Fiume Santo in Sardegna, per protestare contro i piani di espansione del carbone della regione Sardegna. «Perché la vera alternativa è rilanciare l´eolico nell´isola, creando così oltre 7.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020».

Stavolta quelli di Greenpeace si dicevano pronti a bloccare la centrale per giorni, ma dopo 14 ore di protesta, hanno ottenuto un incontro con l´assessore all´ambiente della Sardegna, Cicitto Morittu, che ha detto che la giunta regionale ha intenzione di allineare il piano energetico locale al rispetto dei parametri europei del pacchetto clima-energia, gli ormai noti 20-20-20. Non solo. L´assessore ha anche espresso la volontà di andare oltre la percentuale per le fonti rinnovabili.

Gli autori del blitz sono scesi dai nastri trasportatori e dalle gru della centrale di Fiume Santo, solo dopo le dichiarazioni incoraggianti dell´assessore. «Almeno nelle dichiarazioni, infatti, sembra che la regione Sardegna voglia intraprendere sul serio un cambio di rotta», dice Greenpeace che comunque considera questo «Un grande risultato verso l´Europa proprio mentre il governo rema contro».

Sono già diverse le attività di Greenpeace contro E.ON in Europa e l´azienda ha deciso di non rilasciare dichiarazioni, nonostante gli inviti fatti dagli ambientalisti riguardo alla riduzione delle emissioni di CO2. «Greenpeace continuerà a fare pressione sull´azienda per ottenere quanto prima un incontro con il vertice E.ON e un confronto sulla nuova politica industriale».

Il blitz aveva preso il via dalla convinzione che la regione Sardegna debba «rivedere la proposta del suo piano energetico e togliere ogni limite all´eolico. Questa fonte può dare occupazione sicura e pulita in Sardegna - spiega Greenpeace - La Sardegna è una regione strategica per lo sviluppo dell´eolico in Italia. Nel 2007 la potenza eolica complessiva sull´Isola ha raggiunto i 367 MW, nulla a confronto dei 217 MW e dei 133 MW installati rispettivamente in Puglia e in Sicilia nel solo 2007. A causa del veto del presidente Soru, sono ancora molti i progetti bloccati e permane il limite a 550 MW, con vincolo alle sole aree industriali».

Oggi il 50% dell´elettricità in Sardegna arriva dal carbone. Secondo un rapporto presentato recentemente da Anev, la Sardegna potrebbe, nel pieno rispetto del paesaggio e dell´ambiente, installare entro il 2020 circa 1750 MW, creando oltre 7.000 posti di lavoro e producendo 3 miliardi di kilowattora (il 25% del consumo interno della regione). Si eviterebbe così di utilizzare il carbone e di produrre oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 all´anno.

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