[21/10/2008] Energia

ll petrolio e il gas russi banco di prova di Obama?

LIVORNO. Oggi l´agenzia Ria-Novosti dà grande rilievo a quanto avrebbe detto il candidato democratico alla vicepresidenza Usa, Joseph Biden, davanti a un piccolo e selezionato gruppo di sostenitori di Barack Obama, mettendoli in guardia su una possibile crisi internazionale che potrebbero innescare i suoi nemici internazionali, tra i quali la Russia.

I repubblicani riportano le sue parole e lo stato maggiore di John McCain dichiara di essere in possesso della registrazione che metterebbe in serio imbarazzo le relazioni Russo-americane.

Nel "segreto" di una riunione democratica a Seattle, nello Stato di Washington, Biden, esperto di politica estera ma noto gaffeur avrebbe detto: «Valutate bene quel che dico. Nel giro di 6 mesi, il mondo intero metterà Obama alla prova, come fu il caso di John Kennedy. Questa sarà una crisi internazionale prodotta per testare il coraggio di questo ragazzo (...). Ve lo garantisco. Potrei darvi almeno quattro e cinque scenari. Questa prova potrebbe provenire dal Medio Oriente (...) o dalla Russia, che ha potuto rafforzare le sue posizioni perché riposa su un´oceano di petrolio. Saremo chiamati a prendere una serie di decisioni difficili durante i due primi anni e questa è la ragione per la quale io vi chiedo adesso di sostenerci».

La stampa di Seattle ha fatto subito il paragone con la crisi dei missili a Cuba, con Barack Obama nel ruolo di John Kennedy e Vladimir Putin in quello di Nikita Krusciov. Solo che stavolta la minaccia atomica potrebbe servire a da sfondo a uno scontro energetico planetario e non alla canna da zucchero di Fidel.

La Fox, il network televisivo più conservatore, ha ricordato che Biden aveva già fatto un discorso simile a San Francisco: «Vogliono testarlo, ma vedranno che questo ragazzo ha una volontà di ferro».

Il sorriso dei repubblicani si è probabilmente mutato in una smorfia imbarazzata, perché sempre oggi la rappresentanza permanente della Russia all´Onu ha emesso un comunicato stampa che recita: «Abbiamo ricevuto una lettera del senatore John McCain che ci chiede di versare un contributo finanziario alla sua campagna presidenziale. Nell´occasione, teniamo a ripetere che né gli ufficiali russi, né la rappresentanza permanente della Russia all´Onu, né il governo russo finanziano attività politiche negli Stati stranieri».

La richiesta di McCain è abbastanza incredibile perché ha più volte indicato nella Russia un nemico, già prima della guerra russo-osseto-georgiana, un concorrente senza scrupoli per lo sfruttamento delle risorse dell´Artico e un giocatore d´azzardo nel mercato energetico mondiale, arrivando a dire che se diventerà presidente chiederà l´esclusione della Russia dal G8.

Intanto, mentre gli Usa sono impegnati nella campagna elettorale, la Russia cerca di recuperare terreno dove George W. Bush aveva piantato qualche bandiera, ad iniziare dal nucleare indiano.

Il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, di ritorno da New Delhi, ha detto che rispetto al comparto nucleare nel suo complesso «L´interesse dell´India per questo non è del tutto cambiato. E questo è stato confermato oggi con tutta la chiarezza necessaria. La nostra cooperazione sarà vasta.

Secondo Lavrov non c´è nessun pericolo che l´India diventi il terreno per un confronto con altre potenze nucleari, cioè gli Usa che hanno appena ratificato un accordo sul nucleare con il governo indiano, «Ma sarà al contrario il terreno per una concorrenza, cosa naturale, come in tutte le altre sfere economiche. Ma noi siamo perfettamente pronti ad affrontare questa concorrenza».

Speriamo solo che il confronto non diventi scontro e che la concorrenza non diventi prova di forza, come profetizza il probabile prossimo vice-presidente della più grande potenza del pianeta. .

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