[21/10/2008] Aria

Amici della Terra: Puntare su efficienza ambientale per aiutare clima ed economia

ROMA. Lo scontro di questi giorni sul costo delle misure per il pacchetto energia, innescato dal Governo italiano fra difensori dell’industria e dell’ambiente, è fuorviante e rappresenta il nostro paese in modo debole o errato, da una parte come un sistema arretrato alla ricerca di sconti, dall’altra come un “cattivo inquinatore”.

In realtà, l´Italia presenta molte eccellenze ambientali dovute alla sua storia e alle sue tradizioni. Ma ha una classe politica incapace di rappresentarle e di avvalersene. La vera arretratezza riguarda la cultura ambientale, tanto è vero che sia nella ripartizione degli impegni comunitari del protocollo di Kyoto, sia nell’attuale dibattito sulla ripartizione degli impegni post-Kyoto sono utilizzati dati macroeconomici e industriali mentre quelli di rilevanza ambientale non sono nemmeno conosciuti. Senza pretendere di effettuare una valutazione esaustiva di tutti gli indicatori rilevanti per la riduzione dei gas serra, vediamo almeno le posizioni di eccellenza del sistema Italia:



I primati dell´Italia (Fonte Iea, Ademe, Agenzia Europea per l’ambiente)

1. Rendimenti delle centrali termoelettriche: l´Italia è al primo posto fra i grandi paesi a livello globale, con il 45% di efficienza e supera del 17% la Germania (38.5%) e del 25% della Polonia (36%).

2. Efficienza energetica del parco circolante auto: se è vero che la nostra mobilità presenta un’eccessiva preferenza per la mobilità privata, è anche vero che l’efficienza del parco circolante auto è a livelli di eccellenza a livello globale: in base ai dati IEA i consumi chilometrici dell’Italia risultano al primo posto, insieme alla Grecia, con 6,4 litri di benzina equivalente per 100 chilometri superando il Regno Unito del 10% (7,1 litri di benzina equivalenti); la Francia del 11% (7.2 litri); la Germania del 18% (7.8 litri);la Svezia del 26% (8.7 litri).

3. Indicatore di intensità energetica complessiva: consumi energetici finali per unità di PIL, valutati al valore dell´Euro nel 2004 e a parità di potere d´acquisto, aggiustato per tener conto delle diverse condizioni climatiche in Europa e delle diversità di struttura industriale: Italia al primo posto, sopravanzando Germania e Regno Unito, che si collocano sotto la media comunitaria, e staccando nettamente Francia, Spagna e Olanda.

4. Emissioni di gas serra pro capite, Tonnellate di CO2 equivalente pro capite,: Italia 9,7 tCO2eq., ben al di sotto sia alla media UE15 (10,7 tCO2eq.), sia alla media UE27 (10,4 tCO2 eq.).

Alla luce di questi dati, si capisce che la ripartizione degli impegni del pacchetto energia è avvenuta in base a criteri non trasparenti, non discussi e diversi da quelli ambientali. Esso non tiene conto dei livelli di efficienza ambientale già raggiunti e, quindi, dei maggiori costi che avranno i paesi più virtuosi per fare ulteriori progressi. In questo senso penalizza l´Italia ma, soprattutto, rivela la debolezza della strategia complessiva in difesa del clima globale.

Dunque l’Italia può e deve chiedere cambiamenti sostanziali ma non con l’atteggiamento difensivo di chi cerca di evitare impegni ambientali. Piuttosto con la consapevolezza di chi può rappresentare risultati ambientali tangibili e indicare soluzioni realistiche ed economicamente valide agli altri partner europei.

Porre l’efficienza energetica come obiettivo vincolante del pacchetto e come criterio per la ripartizione degli sforzi fra gli Stati Membri è indispensabile non solo e non tanto all’Italia per pagare meno, ma a tutta l´Europa per raggiungere migliori risultati per il clima con costi inferiori.

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