[22/10/2008] Energia

Idrogeno, bando Ue da 28 milioni per la ricerca sulle celle a combustibile

LIVORNO. Dopo l’istituzione dell’impresa comune “Celle a combustibile e idrogeno” (il soggetto giuridico a composizione mista che dovrebbe garantire l’utilizzo coordinato e la gestione efficiente dei fondi comunitari assegnati nel campo), l’Ue lancia il primo bando a sostegno delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (Rst) delle nuove tecnologie. La Commissione europea ha quindi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea del 15 ottobre l’invito a presentare le proposte nell’ambito del piano di attuazione dell’impresa comune “Celle a combustibile a idrogeno” indirizzato ai settori dei trasporti, della produzione e distribuzione di idrogeno nonché delle celle a combustibile micro e trasportabili. Fissando al 15 gennaio 2009 la data ultima per la presentazione della domanda e disponendo un buget di finanziamento di circa 28 milioni di euro.

L’iniziativa tecnologica congiunta “Celle a combustibile e idrogeno” ha infatti lo scopo di accelerare lo sviluppo e la diffusione in Europa di sistemi energetici e tecnologie delle componenti per le applicazioni e l’utilizzo dell’idrogeno. E si tratta di un tentativo congiunto della Comunità europea e del mondo dell’industria per la creazione di un mercato di massa delle celle a combustile e idrogeno.
L´applicazione delle iniziative tecnologiche congiunte, in questo settore risulta necessario per raggiungere una massa critica in termini di volume di attività, eccellenza e potenziale d’innovazione e per il relativo contributo potenziale alle politiche comunitarie, in particolare in materia di energia, ambiente, trasporti, sviluppo sostenibile e crescita economica

La cella a combustibile è infatti un generatore elettrochimico in cui, in linea di principio, entrano un combustibile (tipicamente idrogeno) e un ossidante (ossigeno o aria) e da cui si ricavano corrente elettrica continua, acqua e calore. Gli effluenti (acqua e gas esausti), che vanno continuamente rimossi dalla cella, non contengono sostanze inquinanti. Non a caso l’idrogeno è il “vettore” di energia pulita su cui sono riposte le speranze per la riconversione dell’industria automobilistica per la futura produzione di veicoli Zev (Zero emission vehicles, veicoli ad emissioni nulle) economici ed efficienti.

Però la mobilità basata sull’idrogeno non potrà fermarsi (quando avverrà e quando sarà ambientalmente ed economicamente conveniente) solo alla messa a punto della nuova tecnologia motoristica: richiederà cambiamenti anche nelle complesse infrastrutture di produzione e distribuzione del carburante, nelle professionalità necessarie, le normative di riferimento. Richiederà cambiamenti epocali che non potranno avvenire in modo improvviso.

Proprio per questo i programmi degli stati più avanzati, e della stessa Unione Europea, prevedono al riguardo non solo il sostegno alla ricerca tecnologica sui “motori” ad idrogeno, ma anche la sperimentazione di sistemi di mobilità basati sull’idrogeno, su scala locale e regionale. Tali esperienze sono ritenute infatti strumenti fondamentali per anticipare il cambiamento, sia per l’ovvia necessità di sperimentare in scala ridotta le diverse soluzioni proponibili, che, ed anzi soprattutto, per mettere in moto fin da ora i necessari processi di riconversione.

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