[23/10/2008] Energia

La Russia stocca il petrolio per controllare i prezzi e fa affari con i cinesi

LIVORNO. Il calo vertiginoso del petrolio ha seguito quello delle borse, due facce della stessa speculazione che ora rischiano di infrangere i sogni dei risparmiatori occidentali e di chi, tra i Paesi petroliferi, non aveva messo in cascina denaro e fondi sovrani. Le rovine petrolifere cominciano ad affiorare soprattutto nei Paesi, come la Russia, che avevano fondato su gas e petrolio la loro rinnovata potenza. Per questo Mosca corre ai ripari e cerca nuovi e più affidabili clienti. Oggi il ministro russo dell´energia, Sergei Chmatko, ha annunciato che sta elaborando dei meccanismi per creare stock di petrolio in Russia: «Attualmente elaboriamo misure tecniche con l´obiettivo di formare in Russia delle riserve petrolifere per aumentare o ridurre, in caso di necessità, in tempi assai breve l´estrazione di petrolio».

Quella che fino a ieri sembrava una risorsa sempre più scarsa è diventata improvvisamente disponibile a fiumi e a prezzi che sono meno della metà del picco raggiunto solo poche settimane fa. Il dramma è che nessuno dei dati strutturali del petrolio: quantità e finitezza delle risorse e tendenze dei consumi è cambiato davvero.

Per questo la Russia prevede di mettere in campo il nuovo meccanismo "calmieratore" a medio e lungo termine. «La Russia studia l´esperienza internazionale in questo settore - ha detto Chmatko - Gli Stati Uniti possiedono delle capacità che permettono loro di mettere da parte degli stock di 100 milioni di tonnellate di petrolio. La Russia deve partecipare più attivamente ala formazione dei prezzi del petrolio, la politica irriflessiva condotta in questo campo non le conviene».

Quindi la Russia chiuderà le sue vene petrolifere aperte e difenderà meglio la sua posizione sul mercato del greggio per difendere lo Stato-mercato energetico dagli sbalzi umorali di un´economia canaglia che ha tanto contribuito a far crescere con i suoi oligarchi che non risparmiavano scorribande piratesche nei mari più inquinati e tempestosi dell´economia mondiale.

Chmatko ha trovato subito di che consolarsi, ha annunciato anche che la società statale russa Rosneft e quella petrolifera cinese Cnpc firmeranno un contratto per la fornitura di petrolio russo alla Cina: «I parametri definitivi del contratto saranno stabiliti nel corso delle prossime i 4 o 6 settimane. L´intesa su questo è intervenuta mercoledì, nel quadro di una riunione intergovernativa russo-cinese. Il contratto sarà firmato per un minimo di 15 anni. Così, le forniture di petrolio non saranno assoggettate alla costruzione del terminal verso la Cina dell´oleodotto orientale-Pacifico in cantiere. La parte russa è soddisfatta per la formula che stabilisce i prezzi del petrolio». Una formula che probabilmente rimarrà segreta come quella della Coca Cola.

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