[24/10/2008] Parchi

Specie alloctone e antropizzazione: l´insostenibile pesantezza del pesce scorpione

FIRENZE. «Come locuste». Scappati in sei, secondo le teorie più accreditate, dall’acquario di Miami durante l’uragano Andrew (1992), i pesci scorpione rossi (Pterois volitans) si sono poi diffusi a un ritmo spropositato, prima nella baia di Byscaine, poi su tutta la costa sud-orientale degli Usa, fino al mar dei Caraibi dove sono stati avvistati recentemente. Si tratta di pesci (conosciuti nei paesi anglosassoni col nome di Lionfish) solitamente rintracciabili negli oceani Pacifico e Indiano, e che soprattutto hanno due caratteristiche che li rendono particolarmente temibili, se diffusi al di fuori del loro areale di indigenato: sono molto velenosi, e sono particolarmente ingordi. Secondo il “Times”, infatti, che il 20 ottobre ha pubblicato un articolo sulla questione ma che aveva dato la notizia già il 17 agosto, un singolo esemplare può divorare in mezz’ora fino a 20 pesci di altre specie.

I problemi derivanti agli ecosistemi dalla diffusione di specie alloctone sono ben noti, e costituiscono una delle conseguenze più pesanti dell’antropizzazione: in Italia ricordiamo, a titolo esemplificativo, la diffusione del pesce siluro (Silurus glanis), di origine est-europea, della nutria (Myocastor coypus, di origine sudamericana), e la sempre maggiore diffusione della tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans), che assieme ad altre specie centro-nordamericane sta causando gravi danni alle popolazioni di tartarughe d’acqua europee (Emys orbicularis), a causa del maggiore potenziale ecologico (ricerca del cibo, riproduzione, aggressività ecc.) che caratterizza la specie importata.

Il problema fondamentale sta nel fatto che gli ecosistemi puntano spontaneamente verso un equilibrio dinamico tra “produttori” di materia (i vegetali, grazie alla fotosintesi), “predatori” di essa (erbivori e carnivori) e decompositori. Questo equilibrio, che è già compromesso dall’invadente presenza dell’uomo, viene alterato ulteriormente allorché giungono specie alloctone, che hanno diversi tassi di riproduzione e consumo di risorse (cioè un differente potenziale ecologico) rispetto alle specie locali (autoctone). Ciò può, alla lunga, portare al collasso degli ecosistemi stessi, nella loro totalità o nei singoli biotopi di cui essi sono composti.

Nel caso del pesce scorpione, questo è appunto ciò che sta avvenendo: le popolazioni locali di pesci da essi predate hanno dei ritmi di riproduzione che sono inferiori al prelievo che viene fatto, essendo abituate al comportamento dei - meno aggressivi - predatori locali. Possiamo dire in un certo senso che il ritmo del prelievo effettuato dai pesci scorpione è da definirsi “insostenibile”.

Un comportamento che ricorda, come dicevamo all’inizio, quello delle locuste (i pesci Scorpione «si stanno scavando una strada attraverso le barriere coralline come una piaga di locuste» - ha dichiarato Mark Hixon, esperto di ecologia dei sistemi corallini presso l’università dell’Oregon), e per molti versi anche quello di un’altra specie animale, molto diffusa sul pianeta, che non stiamo qui a nominare...

Ad ogni qual modo, il problema è molto serio: secondo Hixon «questa potrebbe essere la più devastante invasione marina della storia». La gravità della vicenda è aumentata dal fatto che i pesci locali tendono ad avvicinarsi incuriositi ai pesci Scorpione, e non li riconoscono come predatori, probabilmente perchè li scambiano per «grossi ammassi di alghe». Una parziale via d’uscita potrebbe essere rappresentata dal fatto che questi animali, una volta trattati da cuochi competenti in materia che eliminano le parti velenose, possono essere mangiati. Il problema, adesso, è formare i pescatori locali riguardo alle tecniche di pesca dei pesci Scorpione, e la scarsità sul territorio americano di cuochi esperti nella preparazione di pesci il cui areale d’indigenato è situato dall’altra parte del mondo. E’ anche allo studio – sperando che ciò non peggiori le cose – l’introduzione di ulteriori specie alloctone che a loro volta predino i pesci scorpione.

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