[28/10/2008] Energia

Il pasticcio francese (e italiano) del nucleare Epr di Flamanville

LIVORNO. L´Autorité de sûreté nucléaire (Asn) francese ha riscontrato «delle défaillances organizzative presso un sub-appaltante di Areva incaricato della realizzazione di elementi del reattore Epr» in costruzione a Flamanville (Manche), cioè nell´impianto che il nostro ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha additato come esempio da seguire per il rilancio del nucleare italiano. Anche l´impresa "incriminata" è italiana: si tratta della Società delle Fucine.

Le anomalie riguardano i processi di «realizzazione di pezzi forgiati sotto direttiva di Areva» e l´Asn chiede al colosso pubblico del nucleare francese «di portare la dimostrazione della conformità dei pezzi prodotti fino ad ora dal suo prestatario». In realtà anche Areva è in sub-appalto per conto di Edf che assicura la "responsabilità" del cantiere dell´Epr di Flamanville che Scajola ha visitato di recente in visita educativa.

Un cantiere nel quale si moltiplicano inconvenienti ed anomalie, proprio come nella centrale finlandese dell´altro Epr costruito da Areva che accumula gravi difficoltà e due anni di ritardo sulla tabella di marcia di costruzione, per non parlare dell´aumento dei costi che ha già raggiunto i 2 miliardi di euro in più del previsto.

L´Epr di Flamanville ha avuto problemi con la colata di cemento, con la costruzione di "liner", il rivestimento in acciaio dell´area di "confinamento", e ora anche con i pezzi forgiati. L´Epr finlandese ha avuto problemi per la scarsa qualità del cemento utilizzato, per saldature difettose, per componenti essenziali non conformi ed anche per un incendio nel cantiere che ha provocato seri danni.

Ironico il commento della rete "Sortir du nucléaire": «Con tutta evidenza, i francesi non sanno più costruire reattori nucleari. Questa sarebbe una notizia molto buona, ma, al contrario, le conseguenze finanziarie si annunciano gravi per le finanze pubbliche francesi, già in cattivo stato. Infatti, senza nemmeno aver bisogno di evocare le questioni cruciali portanti del rischio nucleare e delle scorie radioattive, la decisione più saggia è quella di annullare definitivamente i due cantieri succitati e l´insieme del programma Epr».

Gli antinucleari non hanno tutti i torti: fra poco la Francia si troverà anche a pagare il conto salato della chiusura vetusta centrale di Fessenheim in Alsace, che è in funzione da 30 anni e di reattori con più di 25 anni come Bugey (Ain) e l´ormai famigerato impianto di Tricastin (Drôme).

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