[29/10/2008] Energia

La ricerca europea si allea per promuovere le energie ´verdi´

BRUXELLES. Alcuni tra i più importanti istituti di ricerca in campo energetico dell´Unione europea hanno deciso di mettere in piedi la European energy research alliance (Eera), destinata ad ottimizzare ed implementare lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche e ad implementare i progetti e la ricerrca in questo campo, anche grazie alla condivisione di impianti nazionali di prim´ordine ed alla realizzazione congiunta di programmi nazionali ed europei. La nuova grande alleanza della ricerca dovrebbe essere un fattore determinante dello Strategic energy technology plan (Set) dell´Ue e contribuirà a mettere a punto nuve tecnologie a basse emissioni di CO2, permettendo all´Unione europea una transizione verso una low carbon economy.

Secondo il commissario Ue per la scienza e la ricerca, Janez Potočnik, «Per sviluppare tecnologie energetiche di punta è necessario mettere in comune, al di là delle frontiere nazionali, i migliori cervelli e le migliori risorse. La creazione dell´European energy research alliance, che coordinerà i programmi nazionali ed europei in materia, costituisce una tappa decisiva su questa strada. Questo esperimento di programmazione congiunta ci permetterà di mobilitare più efficacemente le risorse nazionali ed europee e di essere competitivi sulla scena internazionale».

In effetti, l´alleanza sembra forte di nomi di prestigio: Ente per le nuove tecnologie, l´energia e l´ambiente (Enea), Italia; Commissariat à l´Énergie atomique (Cea), Francia; Centro de investigaciones energéticas medioambientales y tecnológicas (Ciemat), Spagna; Centre for renewable energy sources (Cres), Grecia; Energy research centre of the netherlands (Ecn), Olanda; Forschungszentrum jülich GmbH (Fz), Germania; Instituto nacional de engenharia, tecnologia e inovação (Ineti), Portogallo; Risø Dtu. Danimarca; Energy research centre (Erc), Gran Bretagna; Technical Research Centre of Finland (Vtt), Finlandia; European university association (Eua); European hads of research councils (Erohorcs).

La Commissione europea sottolinea che «La tripla sfida della sicurezza energetica, del cambiamento climatico e della competitività alla quale l´Unione europea fa fronte è tale che necessita di sviluppare e di migliorare il coordinamento dell´insieme delle risorse disponibili per mettere a punto le tecnologie energetiche che permetteranno agli europei di godere di una buona qualità della vita in un futuro segnato dalle difficoltà legate alle emissioni di carbonio. Tentare di rilevare questa sfida a livello nazionale si risolverebbe in un fallimento e in uno spreco di risorse. La cooperazione, al contrario, permetterà all´Europa di aprire la strada portando ad una nuova era energetica».

Da notare la presenza nell´Eera dell´Enea che conferma il grande valore della ricerca italiana e l´assenza di centri di ricerca dei Paesi dell´Europa dell´est, di quel "Patto di Varsavia" con il quale il ministro dell´ambiente Prestigiacomo e il governo italiano vorrebbero stringere un´alleanza contro il "pacchetto clima-energia" dell´Ue che l´Eera e il Set vogliono invece spingere avanti.

Ma è anche da notare la presenza di centri di ricerca che puntano su nucleare, carbone "pulito", produzione di energia "pulita" ma concentrata in grandi impianti ed in grandi progetti, attratta dal gigantismo più che dalla generazione diffusa e decentrata di energie rinnovabili. Infatti, il Set, approvato nel 2007 dalla Commissione europea, prevede l´avvio di tutta una serie di nuove iniziative industriali europee prioritarie, centrate sullo sviluppo di tecnologie a scala comunitaria anche molto controverse: captazione e stoccaggio della CO2, grandi impianti eolici e fotovoltaici a concentrazione, rete elettrica europea "intelligente" e nucleare di ultima generazione, fino alla "fissione sostenibile".

Il Piano vuole combinare il potenziale dei grandi istituti di ricerca e delle università europee con la partecipazione delle imprese europee ed il sostegno degli Stati membri dell´Ue. Le azioni beneficeranno di informazioni "affidabili" attraverso L´Energy technology information system (Setis) della Commissione Ue.

Tranquillizza Andris Piebalgs, il commissario europeo all´energia, una delle bestie nere della Prestigiacomo: «Il Piano Set costituisce uno schema che permette all´Europa di mettere a punto una gamma di tecnologie energetiche di prim´ordine, abbordabili, pulite, efficaci ed a base emissioni di CO2. Abbiamo così la possibilità di occupare il primo posto mondiale nel campo delle tecnologie a bassa intensità di carbonio».

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