[30/10/2008] Consumo

Ogm, dall´Ue ancora segnali (e decisioni) preoccupanti

LIVORNO. Espulsi dalla porta principale, rientrano dalla finestra gli organismi geneticamente modificati. In Europa nessuno li vuole, i cittadini non si fidano, nonostante i tentativi (ripetuti) di portarli ad esempio ora come unico modo per sconfiggere il drammatico problema della fame nel mondo, ora come miglior sistema per diminuire l’uso dei fertilizzanti chimici usati in agricoltura e quindi per una maggior rispetto dell’ambiente, sino addirittura a vederne una efficace misura preventiva nei confronti del tumore, come nel caso del pomodoro con i geni modificati per produrre antiossidanti.

Ieri la Commissione europea, dopo che gli Stati membri non erano riusciti a decidere, né a favore né contro l´approvazione, a maggioranza qualificata, ha adottato essa stessa la decisione che autorizza il cotone Ogm della Bayer (LL25) ad essere importato, trasformato, commercializzato anche ad uso alimentare.

«Attraverso il meccanismo ipocrita della mancata maggioranza qualificata - ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente – la Commissione europea continua a promuovere gli organismi transgenici costringendo milioni di persone contrarie all’uso e alla diffusione di questi alimenti a ritrovarsele nel piatto». Non solo, aggiunge Legambiente, «tutto ciò con il beneplacito dell’Efsa, l’organo ufficialmente delegato a tutelare la sicurezza alimentare degli europei che, nei fatti, ha sempre e solo sostenuto le richieste delle multinazionali del biotech senza aver mai trovato un motivo di perplessità su queste autorizzazioni».

I prodotti tratti dal cotone Ogm potranno quindi essere usati nei mangimi per animali e per qualunque altro uso, anche alimentare previsto per il cotone convenzionale, ma dovranno riportare chiaramente in etichetta l´indicazione Ogm. L´autorizzazione non prevede, invece, la coltivazione di questo cotone transgenico sul suolo dei paesi dell’unione europea. Hanno votato a favore, durante una riunione del Consiglio Agricoltura, 13 Stati membri: Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Spagna, Germania, Olanda, Portogallo, Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna; contrari 12 Stati membri: Danimarca, Grecia, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Lituania, Ungheria, Austria, Malta, Polonia, Slovenia; due Stati membri si sono astenuti: Irlanda e Lettonia. Non ottenendo la maggioranza qualificata la Commissione ha adottato quindi da sola la decisione.

Ricapitolando, i cittadini europei, come è emerso da svariati sondaggi, sono in ampia maggioranza contrari all’uso di ogm. E lo sono anche le associazioni degli agricoltori e gli operatori dell’agricoltura tradizionale e biologica. C’è un organismo, l’Efsa, che dovrebbe tutelare la sicurezza alimentare degli europei e che nei fatti garantisce più le richieste del mondo biotech. Ma di fronte ad una quasi parità di posizioni da parte degli Stati, la Commissione si schiera a favore.

Ma allora verrebbe da chiedersi a cosa servono i sondaggi e gli organismi di tutela se poi si opta per la scelta che sembra scontentare la maggior parte dei cittadini? Domande forse ingenue, ma che sorgono spontanee di fronte a queste notizie.

Certo rimane sempre l’arma da parte del cittadino della scelta di non acquistare i prodotti in commercio che contengono ogm e che devono essere segnalati in etichetta. Ma che è comunque un’arma spuntata, e che riguarderebbe una minima parte della popolazione.

Da un’indagine presentata ieri dalla Fondazione Diritti Genetici risulta che il timore per i rischi sulla salute è tra le principali ragioni della contrarietà agli Ogm espressa dal 78% degli intervistati, ma che solo il 36% dei cittadini intervistati dall’istituto di ricerche Demopolis, dichiara che nell´acquisto dei prodotti agro-alimentari si orienta “anche” sulla base delle informazioni contenute nelle etichette.

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