[30/10/2008] Comunicati

Clima: quanto è lontano il centro-destra europeo da Berlusconi, Prestigiacomo, Scajola e Tremonti?

BRUXELLES. Anders Wijkman (Nella foto) è un eurodeputato svedese che ha proposto la mozione per un´alleanza globale contro il cambiamento climatico fra Ue e Paesi in via di sviluppo approvata dal Parlamento europeo nella sessione plenaria di ottobre. Dopo il voto, Wijkman ha detto che «É una buona iniziativa, ma occorrono ingenti investimenti. Investimenti nelle tecnologie verdi per prevenire future recessioni».

Wijkman è un esponente di spicco del Partito popolare europeo e democratici europei (Ppe-De) cioè dello stesso gruppo parlamentare europeo e della stessa "internazionale Democristiana", oggi Popolare, di cui fanno parte Forza Italia, Silvio Berlusconi ed i ministri Prestigiacomo, Scajola e Tremonti. Che però la pensano in tutt´altra maniera.

Sul sito del Parlamento europeo appare un’intervista a Wijkman che vi proponiamo come esempio delle grandi differenze che attraversano il centro-destra europeo sui temi ambientali, o meglio delle differenze tra i partiti dell´Europa occidentale che fanno riferimento al Ppe e il centro-destra italiano.

«Il tema centrale di questa relazione di iniziativa - spiega il popolare svedese - è il fatto che si riconoscono gli effetti nefandi del cambiamento climatico sui paesi in via di sviluppo, in particolare su quelli con redditi molto bassi. Avremo perturbazioni violente, inondazioni e difficoltà in agricoltura... in certe aree, come nel Bangladesh meridionale, la gente sarà costretta addirittura a evacuare per l´elevato livello del mare, mentre in altre zone la scarsità d´acqua provocherà disastri idrologici. Ecco perché dobbiamo agire per ridurre i rischi e fermare la distruzione delle foreste tropicali».

Quali sono i principali ostacoli?
«La Commissione europea mette a disposizioni fondi esigui, appena 60 milioni di euro mentre la Banca mondiale ritiene necessario un investimento di almeno 11 miliardi di euro annui. Dobbiamo darci da fare per trovare nuove fonti, il Parlamento europeo propone di utilizzare il 50% dei ricavi dalle aste per le emissioni Ue , si calcola fino a 40 miliardi di euro. Un altro problema è rappresentato dal fatto che le iniziative sono troppe e manca il coordinamento. La Commissione europea deve convincere gli Stati membri di lavorare assieme riunendo tutte le risorse».

La crisi finanziaria è un pretesto per non avanzare in tema di cambiamento climatico?
«Per alcuni paesi, come la Polonia, anche se riconosco la loro situazione peculiare, con un´economia dipendente dal carbone. Ad esempio però il surplus elettrico che avremo in Svezia potrebbe essere destinato a prezzi ragionali a simili paesi, aiutandoli a rompere il legame di dipendenza dal carbone, altamente inquinante, o da dipendenze con la Russia. Il Presidente Sarkozy ha visto giusto quando ha affermato che il cambiamento climatico non ha nulla a che fare con la crisi finanziaria e viceversa. E´ ampiamente dimostrato infatti che l´inazione porterà con sé costi e conseguenze enormi. Le ultime conclusioni scientifiche ci dicono che il problema è davvero serio e il riscaldamento avviene in tempi molto rapidi. Se rischiamo una recessione, occorre allora investire in tecnologie verdi per una crescita competitiva delle nostre imprese anche nel lungo periodo».

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