[03/11/2008] Comunicati

L´Europa prova a spegnere l´incendio del cuore di tenebra del Congo

BRUXELLES. Il commissario europeo allo sviluppo ed agli aiuti umanitari, Louis Michel, ha lanciato oggi un appello per un nuovo summit della pace di "Nairobi" per mettere insieme tutti i leader della regione e di tutti gli organismi internazionali per cercare di raggiungere un accordo per mettere fine al conflitto infinito che sconvolge l´area orientale della Repubblica democratica del Congo (Rdc) e che ha il suo epicentro nel Kivu.

Il summit "Nairobi 2" dovrebbe tenersi nella capitale keniana con il patrocinio dell´Onu e metterà intorno allo stesso tavolo i presidenti di Rdc, Rwanda, Uganda e Burundi, ma anche Unione europea, Usa, Unione africana e gli organismi regionali africani: Cdaa, Comesa, Eac.

La missione diplomatica di Michel ha dunque dato qualche frutto e forse ha contribuito a consolidare una fragilissima tregua. Il commissario Ue ha incontrato il presidente della Rdc Joseph Kabila e quello del Rwanda Paul Kagamé, il principale indiziato di sostenere i ribelli del Congrès national du peuple (Cndp ) di Laurent Nkunda.

Michel, di ritorno da Kinshasa, ha detto che «Dopo due giorni di colloqui positivi sia con il presidente Kabila che con il presidente Kagamé, è chiaro che dobbiamo trovare una soluzione per il dialogo. Come ho sempre detto, ogni soluzione al problema del Kivu non sarà trovata che attraverso una risposta diplomatica e non attraverso una risposta militare. E´ per questo che credo che sia cruciale che tutte le parti vengano subito intorno ad uno stesso tavolo per lavorare ad una soluzione basata sull´accordo di Nairobi del novembre 2007 e la conferenza di Goma di quest´anno. Un summit della pace, sotto gli auspici dell´Onu e che includa tutti i capi di Stato chiave della regione, è la sola via possibile»

Peccato che nel "cuore di tenebra" dell´Africa dove guerriglieri ed eserciti regolari saccheggiano le risorse e terrorizzano la popolazione, quegli accordi nessuno li ha evidentemente mai rispettati. Intanto la situazione umanitaria, già pesante da agosto quando gli scontri sono ripresi, sta diventando insostenibile e l´Onu è stata costretta a sgombrare da alcune località i suoi operatori umanitari minacciati sia dai ribelli che dai soldati delle Forces armées congolaises (Fardc). L´Organisation mondiale della sanità e l´Italia stanno inviando 10 tonnellate di equipaggiamenti medici che dovrebbero aiutare 60.000 persone per un mese, soprattutto medicinali contro le malattie diarrotiche, la malaria e i traumatismi.

Ma l´ondata di profughi si porta dietro una marea di violenze fisiche, sessuali e psicologiche, malnutrizione, mancanza di acqua potabile, ed una situazione igienica ed ambientale nei campi profughi che aumenta epidemie e malattie respiratorie dovute alla mancanza di ripari degni di questo nome. L´alto commissario Onu ai diritti dell´uomo, Navi Pillay, ha detto che «Durante i precedenti periodi di combattimento in questa regione, abbiamo constatato esecuzioni arbitrarie e sommarie, violenza, rapimenti, torture, persecuzioni, arresti illegali e detenzioni arbitrarie su grande scala, senza contare le ondate di profughi. Nel corso degli ultimi giorni, un certo numero di nuove violazioni sono state registrate dal personale delle Nazioni Unite incaricato dei diritti umani nella regione».

Saccheggi e stupri sono stati commessi intorno a Goma soprattutto dai disertori delle Fardc, ma anche i ribelli del Cndp hanno commesso gravi violazioni. La verità e che Michel ha sfiorato appena la superficie di questo inferno in terra «Il numero totale di civili uccisi per il momento non è conosciuto, ma è chiaro che la situazione è estremamente pericolosa - ha detto la Pillay - Quel che accade a Goma non avrebbe dovuto succedere, perché la maggior parte delle violazioni sono state commesse da soldati appartenenti alle forze governative».

Ormai la situazione in Rdc è così complicata che nessuno, dopo dieci anni di guerra e quasi altrettanto di guerriglia ad alta intensità assistita da Rwanda, Burundi ed Angola e foraggiata dalle multinazionali minerarie e del legname e di bande armate di predoni di animali, sa più chi sono i buoni ed i cattivi. L´unica cosa che tutti sanno è che questa è una guerra per le risorse che si regge e si nasconde dietro il razzismo etnico e tribale africano, con una devastazione indifferente di ambiente, ricchezza e vite umane.

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