[03/11/2008] Aria

Dimostrata l´origine antropica del riscaldamento dei poli

LIVORNO. Un gruppo internazionale di ricercatori britannici, giapponesi e statunitensi ha dimostrato per la prima volta su Nature Geoscience che l´aumento di temperatura nell´Artide e nell´Antartide è causato da attività umane.

Comunque fino ad ora non è stato possibile collegare in modo definitivo il riscaldamento delle regioni polari con le attività umane, il 90% degli scienziati si dichiarava certo della predominante componente antropica del cambiamento climatico, ma fino ad ora nessuno aveva l´assoluta certezza che lo stesso meccanismo funzionasse ai poli. Lo stesso rapporto dell´Ipcc concludeva che «l´influenza antropogenica è stata rilevata in tutti i continenti tranne l´Antartide, in cui la copertura di osservazione non è sufficiente per fare una valutazione».

In Antartide sono stati inoltre osservati sia fenomeni di riscaldamento che di raffreddamento.

Eppure diversi studi sottolineavano che negli ultimi decenni le temperature nell´Artide sono aumentate al doppio della velocità mondiale, con un rapido deterioramento e diminuzione dello spessore della banchisa. In Antartide il global warming è stato osservato al lavoro nella penisola antartica, con il gigantesco collasso della piattaforma di ghiaccio Larsen B nel 2002.

L´Ipcc comunque (e nonostante le molte sciocchezze dette sull´affidabilità dei suoi dati) ha sempre detto che per rendere certa la causa antropica del riscaldamento dei poli i dati erano troppo scarsi: "solo" 100 stazioni meteorologiche nell´Artide e appena 20 nell´Antartide, con dati che per l´Antartide risalgono solo fino alla metà del XX secolo, mentre per l´Artide comprendono gli ultimi 100 anni. C´è poi la grande variabilità naturale del clima polare a rendere tutto ancora più complicato.

I ricercatori hanno messo insieme le registrazioni delle temperature di tutte le regioni polari ed analizzato quattro modelli climatici affidabili, usando sia fattori naturali, come cambiamenti dell´attività solare e eruzioni vulcaniche, sia aggiungendo attività umane come le emissioni di gas serra e l´assottigliamento dell´ozono stratosferico.

Solo i modelli che comprendevano anche le attività umane si sono rivelati in grado di prevedere con precisione le tendenze delle temperature osservate. «In generale, nonostante la scarsezza delle osservazioni, abbiamo scoperto che il riscaldamento causato dall´uomo è rilevabile in entrambe queste regioni altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. - scrivono i ricercatori su Nature Geoscience - I nostri risultati dimostrano che l´attività umana ha già causato un significativo riscaldamento in entrambe le regioni polari, con probabili conseguenze sulla biologia polare, le comunità indigene, l´equilibrio della calotta di ghiaccio e il livello del mare mondiale».

Secondo Alexey Karpechko dell´unità di ricerca sul clima dell´università britannica dell´East Anglia, «È sicuramente un lavoro importante. Il riscaldamento artico è stato già portato alla ribalta in diverse pubblicazioni, sebbene non sia stato mai attribuito ad attività umane. Nell´Antartide però, tale rilevazione è stata fino a questo momento preclusa dall´insufficienza dei dati disponibili. I cambiamenti della circolazione atmosferica causati dal buco nell´ozono hanno ridotto il riscaldamento sulla maggior parte dell´Antartide, rendendo ancora più difficile percepire i cambiamenti causati dall´uomo. Visto che si prevede che lo strato di ozono sarà ripristinato in futuro, potremmo aspettarci un maggiore riscaldamento in Antartide negli anni a venire».

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