[04/11/2008] Parchi

Qual è una gestione sostenibile del paesaggio?

LIVORNO. Come si gestisce un territorio particolare e dall’alto valore paesaggistico come quello toscano? Se ne parlerà nel convegno dal titolo “La gestione sostenibile dei sistemi rurali, naturali e seminaturali della Toscana” in programma domani al monastero di Camaldoli (Poppi, Ar). Il convegno è organizzato da Dream Italia in occasione del trentennale dalla fondazione e vedrà, tra gli altri, la partecipazione del presidente della Regione Toscana Claudio Martini e della Provincia di Arezzo, Vincenzo Ceccarelli.

Sarà l’occasione anche per tornare a parlare del codice del paesaggio e delle novità introdotta. Noi abbiamo anticipato i temi dell’ appuntamento con Rodolfo Fornaciai, presidente di Dream Italia, società cooperativa fondata nel 1978, con la missione di supportare uno sviluppo rurale sostenibile, attraverso la diretta implementazione di progetti ambientali e la forma-zione di capacità di tutti gli attori attivi nella gestione delle risorse naturali su tutto il territorio na-zionale.

Perché è importante gestire bene i sistemi rurali, naturali e seminaturali della Toscana?
«La corretta gestione delle aree rurali e montane è la base per uno sviluppo equilibrato e sostenibile di tutta la regione, per conservare e rendere davvero rinnovabili queste risorse uniche e di valore. Questi territori, così vasti e preziosi, sono spesso considerati ai margini della rete delle relazioni economiche che contano, perdendo ogni giorno opportunità, forza lavoro e redditività. Ma è proprio nel sistema di relazioni e nella multifunzionalità che si possono individuare scenari di sviluppo possibile e sostenibile».

La Toscana è una regione con risorse territoriali ricche e peculiari: un paesaggio di grandissimo pregio riconosciuto a livello mondiale, la maggiore copertura forestale regionale d´Italia, una ricca dote di ambienti naturali di elevata diversità biologica.
«Infatti le risorse endogene possono divenire la vera opportunità da valorizzare con progetti e iniziative organici: il consolidamento delle filiere corte agro-forestali, il corretto impiego delle biomasse legnose a filiera corta e delle energie rinnovabili, il turismo rurale, il presidio ambientale, così importante per la conservazione di beni fondamentali quali l´acqua e la sicurezza dal dissesto idrogeologico».

La tutela del paesaggio talvolta è stata contrapposta alle energie rinnovabili, all’eolico per esempio.
«Io sono convinto che l’eolico sia una grande opportunità e non penso che costituisca un impatto negativo sul territorio. Tra l’altro è una scelta dell’Europa, basta uscire dai confini nazionali per capire quanto gli altri Paesi vi abbiano investito. Se a qualcuno può infastidire la vista delle pale eoliche, deve pensare in termini di logica ambientale: i parchi eolici sono opere da cui si può regredire, nulla a che vedere con le cementificazioni selvagge che hanno devastato l’Italia in questi anni. Quindi si tratta di un’opzione, anzi un’opportunità assolutamente praticabile: fatte salve le dovute valutazioni di impatto ambientale, si dovrebbe insistere maggiormente nelle politiche di sostegno alle imprese. Vi sto che parliamo della Toscano voglio evidenziare un’altar grande opportunità per il nostro territorio, che è rappresentata dalle biomasse forestali a filiera corta. Il nostro patrimonio forestale è invidiato da tutti, ma per poterlo sfruttare in modo sostenibile è necessaria una progettazione consapevole, perché la filiera corta presuppone prima di tutto pianificazione e approccio scientifico. Un bosco coltivato fa anche il suo mestiere in termini di sequestro della Co2 e se dopo si riesce anche a sfruttarne le biomasse commisurando gli impianti ai fabbisogni, basandosi su criteri scientifici, il vantaggio ambientale raddoppia».

Nel nuovo Codice del paesaggio si centralizzano molto i poteri sulla tutela del paesaggio, mentre gli oneri di urbanizzazione e i contributi ai costi di realizzazione edilizia, hanno sempre rappresentato per i comuni un gruzzolo di svariati miliardi di euro l’anno: qual è la situazione oggi nel concreto?
«Dunque c’è un allarme complessivo in quanto ci sono pezzi di territorio soprattutto al Sud dove ancora non sono state attuate politiche di tutela che mettano il territorio al centro della discussione. Questo per esempio non avviene in Toscana, dove grazie al lavoro fatto in questi anni francamente
è difficile che da parte nazionale si intervenga. Ma la Toscana rappresenta un caso a sé: siamo in presenza di una dicotomia delle politiche, con un accentramento del potere e interventi dall’alto, ma dall’altra si spinge affinché le regioni possano mantenere le loro autonomie. Insomma siamo di fronte a una contraddizione terribile».

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