[06/11/2008] Energia

Ronchi e Silvestrini: ecco come il new deal dello sviluppo sostenibile può passare per le rinnovabili

dall´inviata Lucia Venturi
RIMINI. Il new deal dello sviluppo sostenibile per Edo Ronchi passa dalle rinnovabili. Lo ha detto l’ex ministro dell’ambiente e adesso presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile intervenuto ad un convegno di Ecomondo, nella sezione Key Energy.

Convinto assieme a Gianni Silvestrini, presidente del Kyoto club e coordinatore scientifico di Key energy, che l’elezione di Barak Obama a nuovo presidente degli Usa, questa prospettiva ne esca notevolmente rafforzata. «Ridimensionate le previsioni di costo eccessive presentate dall’Italia (per far fronte al pacchetto clima-energia dell’Ue, ndr) resta la necessità – ha detto Ronchi - di un effettivo impegno sia pubblico, sia dell’investimento privato per dare più consistenza alla nuova politica energetica e per la mitigazione della crisi climatica».

Che l’attuale governo e la maggioranza vorrebbe però più spostata sul nucleare che sulle energie rinnovabili. Quello che bisogna fare, secondo Ronchi è «aggiornare il piano per l’efficienza e il risparmio energetico del 2007» e superare l’obiettivo europeo «portandolo ad almeno 26 Mtep, con misure più invasive nel settore dei trasporti, dell’efficienza energetica degli edifici e della cogenerazione ad alto rendimento». Stessa cosa va fatta per quanto riguarda le energie rinnovabili, dove aggiunge Ronchi «occorre incoraggiare ricerca, diffusione, supporto tecnico, così da ridurre i costi e incrementare notevolmente la diffusione, come è possibile e come sta avvenendo in altri paesi».

La vera sfida secondo Gianni Silvestrini per raggiungere gli obiettivi per il 2020, «che sono estremamente ambiziosi, poiché la quota di energia verde deve essere triplicata da qui ad allora» è quella di ridurre nel tempo gli investimenti che essi richiedono «che dovrà essere parallela e coerente con la riduzione dei costi delle tecnologie». «A questo punto - ha aggiunto il presidente del Kyoto club - sarà possibile parlare di grandi numeri». Certamente l’elezione del nuovo presidente degli Usa potrà rappresentare una spinta a far muovere in questa direzione. Ma soprattutto per Silvestrini potranno cambiare le possibilità di un’azione coordinata sulla riduzione delle emissioni a livello planetario.

«Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti devono diventare leader nella negoziazione sul cambiamento climatico, nel quale in maniera diversa dovranno essere coinvolte anche Cina e India». Sotto il cielo grigio di Rimini, il futuro sembra insomma essere più luminoso.

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