[06/11/2008] Urbanistica

Conti: contraddizione evidente tra Convenzione europea e Codice del paesaggio italiano

FIRENZE. Dal 12 al 15 novembre si svolgerà a Firenze, nell´ambito di Dire&Fare, la prima edizione della Biennale toscana che nasce dalla collaborazione tra regione e Anci Toscana, Rete europea degli enti locali e regionali per l´attuazione della Convenzione europea del paesaggio (Recep-Enelc) e Istituto nazionale urbanistica Toscana, in partnership con Uniscape e Civilscape. La manifestazione discuterà ed approfondirà i temi della Convenzione europea del paesaggio.

Ma l´assessore regionale al territorio Riccardo Conti, presentando oggi la Biennale, ha detto che «C´è una contraddizione evidente tra Convenzione europea del paesaggio e Codice del paesaggio. E lo facciamo presente al Governo. Perché se la Convenzione parla di paesaggio quale componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, che fa da scenario alla vita quotidiana, che può essere quello d´eccellenza come anche quello degradato, il Codice invoca invece pistoleri e non prospetta una crescita oggettiva del paesaggio insieme al territorio. Prendiamo due zone di Firenze come Novoli o la piana di Badia a Settimo: non direi che sono aree esteticamente di pregio, eppure sono vincolate. Altre zone invece, che non hanno vincoli ma sono state oggetto di una buona politica territoriale, alla fine sono venute bene. Allora questa evidenza mi porta a dire che la forma più avanzata di tutela è la buona pianificazione».

A sostegno di Conti arriva il direttore di Recep-Enelc e funzionario del Consiglio d´Europa, Riccardo Priore: «Il Codice non rappresenta ancora un testo che risponde in modo compiuto ai principi della Convenzione. Insomma il paesaggio del Codice non è quello della Convenzione. E anche il Consiglio d´Europa a livello legislativo ha stabilito che non si può separare la tutela dalla valorizzazione. A questo punto ci auguriamo che l´impegno della Toscana, che già ha ospitato a Firenze la firma della Convenzione e nel 2000, a otto anni di distanza da quella data abbia un seguito e possa rimettere questa regione al centro dell´attenzione nazionale e internazionale con nuove proposte e spunti di riflessione sul tema».

E Conti ribadisce: «La Convenzione di Firenze lo dice chiaramente: si scrive "tutela del paesaggio" si legge "cura dinamica e integrata della dimensione paesaggistica dell´intero territorio". E´ la chiave di volta della politica del paesaggio della Toscana, tra le prime regioni in Europa ad affermare l´esigenza di integrare sistematicamente la dimensione paesaggio nella pianificazione territoriale. Tutela e valorizzazione non sono elementi separati ma devono essere espressione di un approccio integrato nei confronti del paesaggio. Se non abbiamo capito che si fa più tutela conducendo una buona politica di sviluppo e che si fa più sviluppo conducendo una buona politica di tutela, non siamo nella dimensione nuova della Convenzione europea».

Alla biennale verranno presentati alcuni esempi di conservazione attiva, gestione e innovazione paesaggistica in Europa, a partire dall´esperienza della Catalogna, un punto di riferimento per l´attuazione dei principi della Convenzione. Insieme alla Catalogna, la Toscana è membro della Rete europea degli enti locali regionali per l´attuazione della Convenzione (Recep-Enelc) nel cui ambito possono essere individuati molte altre significative esperienze.

Conti spiega che «Dal rilancio delle tradizioni produttive toscane, dalle colline alle linee di costa, vogliamo attuare una politica di conservazione attiva del nostro territorio anche puntando sull´attuazione del Codice del paesaggio. Non vogliamo che si affermi un´idea della Toscana come un´arcadica regione residuale. Il paesaggio è un prodotto sociale e non un bene statico e porta con sé tutti i segni delle trasformazioni del tempo, dell´intreccio di popolazioni, culture, conflitti e attività economiche della storia umana. L´unico modo per salvaguardarlo è quello di coniugarlo al futuro, un futuro che abbia al centro la sostenibilità ma indichi l´attuazione di nuove strategie. La Biennale è una grande occasione per ribadire e sostenere queste linee, che poi sono quelle che vogliono parlare della Toscana moderna di domani».

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