[10/11/2008] Aria

Onu e Cina insieme verso Copenaghen e contro i cambiamenti climatici in Africa

Livorno. La United nations industrial development organization (Unido) ha deciso di unire le forze con la Cina per affrontare le sfide del cambiamento climatico in Africa incrementando i progetti di energie rinnovabili, utilizzando il Clean development mechanism (Cdm) del Protocollo di Kyoto e in partcolare investendo sull´energia idroelettrica.

L´accordo firmato a Pechino dal direttore generale dell´Unido, Kandeh K. Yumkella e dal direttore dal Cdm Fund management centre della Cina, Chen Huan, prevede che nei prossimi tre anni le due organizzazioni attuino congiuntamente Piani che riguardano la transizione verso un´economia a basso tenere di carbonio e lo sviluppo ed il trasferimento di tecnologie adatte a contrastare il global warming, utilizzando il Cdm che permette ai Paesi industrializzati di acquistare quote di emissioni attraverso il finanziamento di investimenti nei Paesi in via di sviluppo in progetti di riduzione di gas serra.

A Pechino Yumkella ha già concordato con Cina e Sierra Leone il finanziamento di una piccola centrale idroelettrica sul fiume Bankasoka che dovrebbe iniziare a dicembre e terminare alla fine del 2009, un progetto che spera di aprire la strada ad altre iniziative trilaterali nell´ambito della Unido Lighting-up of Rural Africa initiative, che punta a permettere l´accesso all´elettricità alle comunità rurali africane con basse entrate economiche e ancora dipendenti dai combustibili tradizionali che hanno un grosso impatto sull´ambiente naturale, come il legname, oppure nel caso del kerosene provocano inquinamento domestico e malattie.

Il segretario generale dell´Onu, Ban Ki-moon, ha sottolineato anche a Pechino che occorrono maggiori finanziamenti per le energie rinnovabili, visto che la domanda di energia è destinata ad aumentare di oltre il 50% entro il 2030. «I più poveri e vulnerabili, che hanno contribuito di meno al riscaldamento globale - ha sottolineato Ban - affrontano le sfide maggiori per adeguarsi al suo impatto».

«Le clean technologies dimostrano ancora una volta di più la loro validità - ha detto Sha Zukang, sotto-segretario generale agli affari economici e sociali della Cina alla conferenza di alto livello su Climate technology development and technology transfer che si è tenuta nella capitale cinese - Gli investimenti in tecnologie pulite sono in grado di creare posti di lavoro e crescita salvaguardando l´ambiente. In effetti, bisogna affrontare allo stesso la crisi finanziaria e il cambiamento climatico».

Ban Ki-moon ha chiesto agli oltre 100 governi che hanno partecipato al summit di Pechino «un´azione decisiva e una solidarietà globale» ed ha invitato i Paesi partecipanti al summit di Pechino a fare in modo che i prossimi climate change talks dell´Onu che si terrano a Poznan, in POlonia, a dicembre, abbiano successo e che spianino la strada ad un accordo sul post Protocollo di Kyoto che dovrà essere raggiunto a Copenaghen nel 2009.

Nella "dichiarazione di Pechino" approvata dal summit si legge che occorre «rafforzare la cooperazione internazionale e migliorare il trasferimento tecnologico nella lotta contro il cambiamento climatico. La cooperazione internazionale è molto importante, perchè il cambiamento climatico colpisce ogni aspetto della vita dei popoli, nessuno dei Paesi può lottare da solo contro gli effetti di questo cambiamento. Di fronte a questa sfida, deve essere stabilito un meccanismo più completo di cooperazione internazionale, che copra tutte le fasi dello sviluppo, del trasferimento e dell´applicazione di tecnologie». I Paesi partecipanti si sono detti d´accordo che la sfida del climate change deve essere affrontata sulla base del principio delle «responsabilità comuni ma differenziate», tanto caro alla Cina, tenendo conto delle capacità di ciascuno.

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