[03/05/2006] Urbanistica

Porti turistici, anche in acqua è buona la supposta

Per rispondere alla logica perplessità "A che servono sette porti turistici a Piombino?" (solo per limitarci a Piombino anziché alle Province di Livorno e Grosseto dove a primavera è tutto un fiorire di dighe) è bene ricordare una fortunata battuta di Beppe Grillo.
La domanda e l’offerta regolano l’economia. Viste le crescenti differenze di reddito che concentrano ricchezze crescenti in un numero sempre più esiguo di mani, sempre meno persone possono permettersi i beni che vengono prodotti.

Nonostante questo, produciamo sempre di più e cerchiamo di far entrare questa gigantesca suppostona d’offerta in una domanda che è un buchino strettissimo. La similitudine poco ortodossa ma assai efficace di Grillo è perfetta per la spinosa questione della diportistica.

Abbiamo lasciato che colossi privati assaltassero con le betoniere le spiagge pubbliche provocando erosione degli arenili ed inquinamento delle acque, perché quel migliaio di persone che può permettersi lo yacht possa girellare da un porto all’altro scaricando i reflui un giorno a Rosignano il giorno dopo a Piombino poi a Scarlino e così via.

Non metto in dubbio che accogliere le necessità di Briatore sia un onore di cui ogni località marina voglia fregiarsi, ma sul piatto della bilancia andrebbe messo l’interesse pubblico, i permanenti danni ambientali, il diritto delle future generazioni di trovare un territorio vivibile e non compromesso.

Fa eccezione forse il porto di San Vincenzo che, essendo costruito su basso fondale sabbioso, a fronte dell’impegno di un chilometro di spiaggia pubblica e di una maggior erosione di 10000 metri cubi l’anno, offre settanta piccoli posti barca in più (da 272 a 350) e quindi non ospiterà grandi barche, e non ha neanche un’illogica supposizione da mettere sul piatto buono della bilancia.

Per le altre località si può supporre che ci sia, un bel giorno, la gloriosa possibilità di appendere marmorea targa, sull’esempio della celebre saga Garibaldi, recante l’epigrafe:
"in un giorno di pioggia, Briatore, senza paura d’esporre il personale di servizio alle intemperie, sovrintendendo con perizia ed Italica virtù agli altrui lavori, scaricò in questo porto per ripartirne ratto verso nuove avventure".

Per le stesse fortunate località però, oltre alla supposizione sopra menzionata v’è la certezza di ritrovarsi con un’erosione della costa allarmante, senza più un granello di sabbia pubblica, con un paio di posti di lavoro precari ogni cinquecento posti barca, e con un inquinamento ambientale, acustico, marino e atmosferico, certamente griffato ma poco salubre.
Concludendo gli Amministratori sanno di dover scegliere tra certezze di danni e supposizioni di scarsi benefici ai soliti noti. Visto che stiamo parlando di cose gravi ma per nulla serie, possiamo affermare che gli Sindaci ed Assessori, non essendo degli sprovveduti, sanno perfettamente dove mettere le cose certe e dove le supposte.

* Nicola Bertini è rappresentante del Forum di Centrosinistra di San Vincenzo

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