[11/11/2008] Comunicati

Crisi economica: il resoconto della seduta speciale del consiglio regionale

LIVORNO. Occorre dare una risposta alla crisi “di segno diametralmente opposto” alle scelte del Governo Berlusconi, una “risposta straordinaria, condivisa dalla maggioranza”. “Le imprese non sono tutte uguali. Il sostegno deve essere selettivo e privilegiare chi fa innovazione, stabilizza i precari, garantisce sicurezza sul lavoro ed adeguati standard ambientali”. E’ la sintesi dell’intervento del capogruppo dei Comunisti Italiani, Eduardo Bruno, durante l’odierna seduta speciale che il Consiglio regionale toscano ha dedicato alla crisi economica e finanziaria. Ed è quanto ci sarebbe piaciuto sentir affermare anche dal Pd e in particolare da Vittorio Bugli che invece – leggendo il resoconto della seduta pubblicato sul sito del Consiglio Regionale – di riorientamento, pur se a livello regionale, dell’economia verso l’ecologia non ha proferito parola. Nonostante nel documento programmatico del Pd di cui lui è l´estensore ben venisse evidenziato l´incrocio tra la le due crisi in atto, quella economica-finanziaria e quella ecologica.

La seduta è cominciata con la protesta della il Pdl che ha abbandonato l’aula. Alberto Magnolfi, capogruppo Fi-Pdl, unico consigliere del Pdl, assieme al capogruppo di An - Pdl, Roberto Bendetti, presente in aula per il centrodestra, ha detto: «Siamo qui solo per rispetto dell’istituzione, e per annunciare che i gruppi del Pdl non parteciperanno ai lavori della seduta speciale sull’economia: la Giunta ha già annunciato un pacchetto di misure alla stampa fin da ieri, ha già tratto le sue conclusioni in modo del tutto autoreferenziale. E’ perfettamente in grado di continuare a sbagliare da sola».

Ad aprire il dibattito è stato poi Vittorio Bugli (Pd, presidente della commissione Attività produttive): «Stiamo attraversando uno snodo drammatico. Non è solo l’economia di carta della finanza ad essere in crisi. E’ crollato un modello di economia, un modello che già da tempo la sinistra criticava duramente, ed è l’economia reale che comincia a soffrire. Questa deve essere la priorità nell’azione politica». Bugli ha fornito qualche dato sulla situazione toscana: le previsioni parlano di un PIL in calo di un punto percentuale nel 2008 e di 2.1 punti nel 2009, di consumi in calo di 1 punto nel 2008 e 2.4 nel 2009, di investimenti in calo dello 0.6 nel 2008 e del 2.1 nel 2009, di un export in calo di mezzo punto nel 2008 e di 0.8 nel 2009. «La crisi “morde” molti dei settori centrali per l’economia toscana – ha detto Bugli – il manifatturiero in primo luogo, ma anche il turismo e l’agricoltura, e sicuramente la finanziaria 2009 del Governo nazionale non aiuta. E’ in questo scenario che si deve collocare l’azione della Toscana: le misure annunciate dalla Giunta regionale vanno nella giusta direzione». Bugli ha quindi ricapitolato le azioni annunciate, con il potenziamento del sistema delle garanzie sul fronte dell’emergenza-credito grazie a due nuovi fondi per le PMI, con le azioni per le famiglie, per i giovani, la task force per le situazioni di crisi aziendale, con i finanziamenti a disposizione: 3.661 milioni complessivi, che attiveranno oltre 4 miliardi di investimenti. E ancora, con le azioni per la semplificazione delle procedure, per la competitività del territorio, per il sapere e la ricerca.

Bugli avrebbe proprio qui avuto l’occasione di ribadire quanto da lui stesso scritto alcuni giorni fa nel documento programmatico del Pd, ma non si capisce perché pare non lo abbia fatto…

«Il momento è grave – ha detto successivamente l’assessore al bilancio, Giuseppe Bertolucci - L’obiettivo che ci siamo posti è quello di lavorare perché tutti facciano la loro parte, per convergere verso l’unica finalità di fronteggiare la crisi. Avevamo impostato il Dpef 2009 su previsioni già negative, sulle quali si è poi abbattuta la tempesta finanziaria. E’ per questo che, oltre a concentrare tutte le risorse a disposizione sull’economia, abbiamo previsto un pacchetto di misure di emergenza”. Tre le priorità sulle quali la Regione, insieme a tutti i soggetti del mondo economico, è chiamata adesso a lavorare, secondo l’assessore: in primo luogo fronteggiare l’impatto della crisi sull’economia reale; quindi velocizzare strategie ed azioni; e rendere complessivamente più competitivo il territorio. E’ l’emergenza del credito uno dei settori più critici e sui quali la Regione ha deciso di intervenire con forza: “Abbiamo deciso di istituire due nuovi fondi di garanzia per le imprese, in particolare per le PMI, con 48 milioni totali messi a disposizione, ai quali si aggiungono 6 milioni per i Confidi, sempre per l’erogazione di garanzie alle imprese. Si tratta di risorse in grado di mobilitare un credito di oltre 500 milioni: è questo il dato significativo”. L’assessore ha ricordato inoltre gli interventi per favorire l’accesso al credito da parte degli universitari e dei giovani professionisti, la task force per le crisi aziendali, la richiesta al Governo di due milioni in deroga per la cassa integrazione per le aziende con meno di 15 dipendenti. “Provvedimenti insufficienti”.

Giuseppe Del Carlo ha poi spiegato la posizione dell’Udc: “Le categorie economiche e le associazioni imprenditoriali hanno più volte messo in evidenza quali sono le cause della crisi. In Toscana la crisi non è solo di natura congiunturale ma strutturale, e si manifesta in modo più forte e drammatico perché la nostra regione è esposta più di altre sul fronte dei rapporti con l’estero. I veri problemi – ha continuato – sono proprio i problemi di fondo, quelli che ormai da troppi anni non vengono affrontati; la questione delle infrastrutture, su tutte, e la questione della semplificazione e della burocratizzazione».. Altre questioni-chiave, per Del Carlo, sono la promozione economica, che «necessita di una profonda riorganizzazione, da tempo richiesta dal mondo imprenditoriale»; i servizi pubblici locali, «vera e propria palla al piede», che «vanno snelliti e resi più efficienti»; lo smaltimento dei rifiuti, settore nel quale si dovrebbe anche ricorrere ai poteri sostitutivi se necessario per realizzare gli impianti; le politiche energetiche, per le quali però «le fonti rinnovabili devono essere integrative, e non sostitutive, rispetto a quanto già esiste»; il sistema dei trasporti e della logistica.

Luca Ciabatti (Prc) ha invece parlato di crisi scaricata sui soggetti deboli dell’occidente, di rischio in Toscana di “macelleria sociale”, con tanta gente che sta veramente scendendo in picchiata. Per dare risposte concrete sono quindi necessari una serie di provvedimenti per riequilibrare il sostegno alle imprese, ma soprattutto per andare verso “un sistema giusto di ammortizzatori sociali”. Nel mezzo di una crisi che ha grosse ripercussioni sull’economia reale, secondo Mario Lupi (Verdi) – tra i pochissimi interventi oltre al suddetto dei Comunisti Italiani che ha incrociato la crisi economica con quella ambientale - «è giusto affrontare i temi dell’energia pulita, dei cambiamenti climatici, di prodotto interno lordo ambientale, di infrastrutture leggere, per collegare la nostra regione all’Europa». Così come è importante che le piccole e medie imprese toscane abbiano aiuti mirati e possano accedere al credito in maniera più agevole, «in un contesto – ha detto Lupi – dove il ruolo della cooperazione e della sussidiarietà è forte e autorevole».

Quindi è stata la volta del presidente Claudio Martini (Nella foto): «Abbiamo fatto un lavoro che non ha uguali in Italia, coinvolgendo anche banche, camere di commercio, università». Il presidente ha assicurato che entro gennaio saranno pubblicati i bandi per i fondi strutturali, già tutti approvati (“unica Regione in Italia”), ed entro febbraio quelli del piano energetico.

Di Carraresi (capogruppo Udc) l’ultimo intervento: «E’ un fatto grave che l’opposizione, esclusa la mia piccola parte, non sia in aula». Secondo Carraresi gli interventi annunciati sono solo un “pannicello”, perché ben altri sono i nodi da sciogliere, come la legge sui servizi pubblici locali («le tariffe sono costi per famiglie ed imprese: potremo giungere ad una legge condivisa da una parte della maggioranza e da una parte dell’opposizione»), lo smaltimento dei rifiuti («rischiamo di doverli spedire in Germania a costi esorbitanti»), la mancata realizzazione della Comunità dell’Arcipelago («un rifiuto ideologico ci farà perdere finanziamenti statali»), le infrastrutture («non si vuole ampliare l’aeroporto di Firenze»).

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