[16/01/2006] Acqua

«Metti un mattone nello sciacquone...»

LIVORNO. Chissà se in qualche sciacquone c’è sempre uno dei 1.500 mattoni che il CIGRI consegnò ai visitatori in una edizione della Fiera-Mostra di Venturina per promuovere il risparmio idrico.
Forse quello del signore che, estratto a sorte, dimostrò di aver messo il mattone nel suo sciacquone e si guadagnò il milione di premio.

Strano, ma bello che una azienda che aveva il compito di vendere acque premiasse che ne acquistava un po’ meno, bello perché l’acqua è un bene sociale oltre che commerciale.
E lo sciacquone è un grande elemento di spreco di acqua potabile.

Il nostro rapporto con i residui corporali è un po’ malato. Fino a pochi decenni fa avevamo con i nostri escrementi una certa confidenza, insomma non li abbandonavamo.
Heinrich Boll in «Foto di gruppo con Signora» ci racconta questo rapporto, come «cosa di se» che gli escrementi pur sono, e che di noi portano i segni.
Illich Ivan nel suo ormai introvabile «H2O le acque dell’oblio» ci descrive bene il cambiamento storico dei rapporti sociali con le proprie deiezioni che sono sempre di più dei rifiuti che devono essere cacciati, immediatamente e definitivamente.
I moderni bagni provvedono a questa funzione: 10 -12 litri di acqua per decine e decine di volte al giorno provvedono a portare lontano tutto quello che pur pochi secondi prima era parte di noi.
E’ uno degli apparecchi domestici meno efficienti perché non ha, normalmente, alcuna flessibilità d’uso, eppure i nostri scarti sono ben diversi tra di loro. Non solo quelli fisiologici, ma spesso gettiamo nel W.C. un batuffolo di cotone usato, un bastoncino e dietro sempre i soliti 10 litri di acqua potabile.
Sarebbe troppo facile populismo dire che la disponibilità media di acqua potabile in Africa è di 2 litri/giorno, un quinto di sciacquone, anche perché i nostri gabinetti sono collegati con le fogne e non con l’africa. Ma è certo che l’acqua potabile con cui li alimentiamo scarseggia anche qui e comunque costa.
Quindi risparmiarla è un dovere ed una convenienza. Ma non solo convenienza per il cittadino che risparmia sulla bolletta dell’acqua ma anche risparmio di energia perché portare acqua potabile in casa costa energia e soprattutto depurare tonnellate di acqua in più di quanto sarebbe necessario fa consumare chilowatt e quindi, in Italia, soprattutto petrolio. E questo fa fumo e polvere evvia evvia…
Lo spreco si moltiplica più alla svelta dei debiti.
Quindi ridurre la portata dello sciacquone di un litro per ogni “tirata” è un risparmio del 10% a parità di prestazione. Fosse benzina in un’auto sarebbe una rivoluzione.
Certo, ci sono strumenti meno ruspanti del «mattone nello sciacquone» che pure funziona egregiamente, come gli sciacquoni a doppia mandata. Un pulsante piccolo «manda» 3 litri, mentre quello grande continua a mandare i soliti 10.
Oppure si installano sciacquoni a presa diretta sul tubo dell’acqua in pressione, che hanno il vantaggio di avere una migliore azione pulente con riduzione della portata complessiva.
Ma basta fare la pubblicità al risparmio ? Io credo di no. Certo è necessario, è eticamente giusto ma il problema del risparmio deve diventare una azione di governo.
Solo recentemente alcuni Comuni hanno introdotto elementi di premio, in riduzione degli oneri di costruzione o in aumento di volumetria degli edifici, per quanti si impegnano a costruire abitazioni ecologiche o comunque a risparmio.
Ma ancora i premi sono mirati soprattutto al risparmio energetico ( maggiore isolamento, solare termico ecc.) e questo certamente è un bene, ma pochi sono quei Comuni che premiano il risparmio idrico.
Eppure consigliare e stimolare l’installazione di sciacquoni a mandata differenziale oppure in presa diretta, sarebbe semplice.
Speriamo che accada e l’ultimo tiri lo sciacquone !

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