[17/11/2008] Recensioni

La recensione. Le scale di risalita per la tutela del patrimonio ittico di Enrico Pini Prato

Vogliamo parlare questa settimana, di due testi tecnici, editi in momenti diversi, ma che riguardano lo stesso argomento che tratta in linea generale di un “diritto”: ci riferiamo a quello di mobilità. Della fauna ittica, ma sempre di un diritto si tratta. Questo è uno degli aspetti da sottolineare, che emerge dalla lettura di questi due piccoli volumi (complessivamente circa 150 pagine) che affrontano il tema della corretta gestione e tutela degli ecosistemi fluviali, e forniscono indicazioni per risolvere o mitigare il danno ambientale causato alla fauna ittica dalle opere di sbarramento dei corsi d’acqua (dighe, traverse, soglie).

Il concetto di continuum fluviale in cui il fiume viene interpretato come una successione di ecosistemi interconnessi dove viene scambiata materia ed energia (le acque lotiche sono un sistema “aperto”) e vengono integrate le informazioni biologiche, fisico-chimiche e morfologiche, è uno dei principi dell’ecologia fluviale affermati ed indiscussi. In questo contesto, per far si che questi processi ciclici possano avere compimento, è necessario garantire dei veri e propri “corridoi ecologici” tra ambienti diversi ma interconnessi: tali corridoi sono rappresentati dai passaggi per pesci (fishpasses).

Pini Prato è un esperto nella progettazione di scale di risalita per la fauna ittica, in cui per la realizzazione conclusiva servono conoscenze ingegneristiche ma a monte sono indispensabili conoscenze di tipo biologico sulla popolazione ittica e sull’idrologia del corso d’acqua. «Le migrazioni dei pesci consistono in spostamenti di massa da un ambiente all’altro alla ricerca di zone ove trovare condizioni che meglio si adattano ad un particolare momento del loro ciclo vitale. Due sono le cause che fanno nascere l’esigenza di ricerca di nuove zone: una legata alla necessità di raggiungere luoghi adatti alla schiusa delle uova e allo sviluppo degli avannotti (migrazione riproduttiva), l’altra dettata dalla ricerca del nutrimento necessario all’accrescimento (migrazione trofica)» spiega l’autore.

Alcune specie ittiche si muovono completamente nell’ambito delle acque dolci, altre invece si spostano dal mare al fiume e viceversa (famosa la migrazione delle anguille dal Mar dei Sargassi che arrivano ai corsi d’acqua di montagna dopo un viaggio di migliaia di chilometri). L’autore quindi illustra quali sono le principali conseguenze degli sbarramenti costruiti dall’uomo sui corsi d’acqua: «non solo vengono limitate le possibilità di riproduzione o di accrescimento adeguato, ma diminuiscono anche le possibilità di sopravvivenza nel momento in cui una determinata zona del fiume, ad esempio per carenza di ossigeno o di cibo, diventa una trappola mortale. Inoltre la creazione di sbarramenti porta a frammentare la popolazione di una specie in gruppi isolati e impedisce il ripristino a monte dei popolamenti che vengono depauperati dalle piene.

Un altro effetto negativo può essere determinato dallo stabilirsi di gruppi che si trovano ad essere isolati riproduttivamente, senza potersi incrociare con individui della stessa specie, dislocati a valle o a monte degli sbarramenti, con conseguente diminuzione della variabilità genetica: questo fenomeno può causare, in presenza di malattie o di eventi particolari, l’estinzione di tutto un gruppo». Le scale di risalita quindi servono proprio a far passare la fauna ittica da un tratto ad un altro del corso d’acqua, in cui il superamento dello sbarramento e del dislivello è ottenuto tramite passaggi successivi in tratti con scarsa pendenza, realizzazione di rapide artificiali, di impianti di sollevamento meccanici (ascensori) o idraulici (chiuse). «Il principio basilare è comunque quello di ottenere una velocità dell’acqua nel passaggio compatibile con quella sostenibile dal pesce, ma non eccessivamente ridotta poiché l’animale, nella struttura, deve sostare il meno possibile evitando di trovare zone rifugio, cosa che potrebbe verificarsi con correnti troppo lente.

Molte specie sono sensibili a determinati regimi idraulici, quindi è in base alla specie da favorire che si scelgono soluzioni progettuali dal differente comportamento idraulico». Nel volume edito nel 2008 sono ben spiegate e definite dal punto di vista tecnico le varie tipologie di passaggi per pesci, con riferimento a quanto stabilito dalla nuova Commissione Europea “EIFAC Working Party for Fish Passage Best Practises” istituita dalla Fao.

La riqualificazione fluviale nel nostro Paese tarda ad affermarsi e quindi anche tutta la progettualità connessa (ad esempio le scale di risalita), non ha una grande tradizione realizzativa in Italia (anche se sull’Adda un sistema di passaggi per pesci era stato progettato già alla fine del 1800). Negli ultimi quindici anni qualcosa si è mosso, ma molto strada deve essere ancora fatta per arrivare alla scientificità di applicazione e alla normativa avanzata dei Paesi anglosassoni. Nel testo edito nel 2001 l’autore compie una carrellata sull’applicazione dei passaggi per pesci in tutte le parti del mondo, evidenziando anche le motivazioni della realizzazione che non sempre sono di tipo ecologico, ma talvolta dovute anche ad esigenze commerciali come il caso del Giappone in cui il piccolo pesce Ayu è molto apprezzato dai giapponesi per essere consumato affumicato. Tornando all’Italia e alle sue carenze legislative rispetto a questa materia, viene sottolineato come a livello nazionale la norma che accenna alle “scale di monta” (così erano definite) è inserita nel testo unico delle leggi sulla Pesca (R.D.L. n° 1604), risalente al 1931.

Diversa la situazione per la Regione Toscana: le criticità relative alla migrazione dei pesci e le scale di rimonta, sono trattate nella delibera del Consiglio n°155/97, nella L.R. 56/2000 sulla biodiversità e infine nella L.R. n°7/2005 che riguarda proprio la gestione delle risorse ittiche e regolamentazione delle acque interne. Manca ancora comunque una metodologia ufficiale, un organo di controllo e collaudo e «per questo motivo la maggior parte delle strutture esistenti sono realizzate sull’intuito del progettista e sul buon senso dell’amministrazione» afferma l’autore. Il ritardo applicativo per questo tipo di impianti è dovuto anche i costi, o almeno questo argomento è utilizzato dai detrattori. Una distinzione comunque va fatta: in presenza di sbarramenti già esistenti si deve trovare il sistema di superare l’ostacolo aggirandolo e per questo motivo il costo di un passaggio per pesci da inserire su uno sbarramento preesistente può essere anche di un certo rilievo. Invece, nel caso della costruzione di nuovi sbarramenti, prevedendo già in fase progettuale i passaggi per pesci, è possibile migliorare notevolmente l’economia. Alcuni studi stimano che in questa fase il costo del passaggio per pesci sia circa il 10% del costo dello sbarramento.

Per quanto riguarda la parte applicativa e sperimentale, nei due volumi vengono studiate le discontinuità sul fiume Sieve in Mugello e in Val di Sieve, con l’individuazione di una metodica di lavoro esportabile anche su altri corsi d’acqua. Interessante da questo punto di vista la quantificazione delle frammentazioni di un corso d’acqua con definizione del Rapporto di continuità (Rc) e la definizione dell’indice di priorità d’intervento sul singolo sbarramento (IPs) o totale sul bacino (IPt), con le relative modalità di calcolo. Proprio ai fini del calcolo degli indici, per fornire una metodologia standardizzata, è stato utilizzato un software specifico (Priority Index 1.1) di semplice utilizzo.

In conclusione la lettura dei due testi con il “percorso” complessivo che viene tracciato, è utile dal punto di vista culturale per chi si interessa di ecologia dei corsi d’acqua, o per chi semplicemente vive il fiume per passione sportiva; è strumento tecnico indispensabile invece per gli addetti ai lavori che operano nel campo della riqualificazione fluviale, ed infine, è mezzo importante per accrescere le conoscenze del decisore politico che si deve confrontare con la pianificazione e con gli interventi da essa derivati.

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