[17/11/2008] Rifiuti

Torna dal passato il vuoto a rendere?

LIVORNO. La cauzione sul vuoto a rendere fa parte delle pratiche del passato nel nostro paese. Ma potrebbe tornare nella routine con l’applicazione della prossima direttiva europea sui rifiuti che prevede nella gerarchia della gestione anche azioni tese alla preparazione per il riutilizzo. Intanto si prova a reintrodurre la pratica del riutilizzo delle bottiglie di vetro almeno nel settore dei servizi di ristorazione, bar, Hotels, il cosiddetto circuito Horeca, grazie al progetto “Vetro indietro”. Che è frutto di un protocollo tra le maggiori associazioni di categoria del mercato italiano delle bevande consumate fuori casa, Italgrob (Federazione italiana grossisti distributori bevande), Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi), Legambiente, Sanpellegrino, Peroni e Pago (tre aziende leader nel settore della produzione di bevande, alcoliche e non) e Savno, il consorzio che da 7 anni si occupa della gestione dei servizi di igiene ambientale nel trevigiano.

L’obiettivo è quello di promuovere e stimolare il ritorno all´utilizzo di contenitori in vetro “a rendere” per le bevande destinate al canale Horeca, il circuito che comprende tutti i consumi di alimenti e bevande effettuati fuori dalle mura domestiche. Di fronte al problema della crescita dei rifiuti e in particolare degli imballaggi usa e getta per le bevande in plastica una delle soluzioni è parsa quella di «affrontarlo con un approccio nuovo – come spiega Giuseppe Cuzziol, Presidente Italgrob, l´associazione dei grossisti di bevande, prima promotrice dell´iniziativa - che non lasci l´onere di trovare soluzioni alle sole istituzioni, ma coinvolga in primo luogo gli operatori economici di ogni settore».

Per questo Italgrob ha lanciato per due anni fa l´idea di un progetto di ritorno al sistema del vuoto a rendere, in collaborazione con l’Associazione delle imprese del canale “away from home”, la Fipe Confcommercio ed ha coinvolto i rappresentati di tutta la filiera del beverage senza dimenticare i consumatori, rappresentati a questo tavolo dall´associazione ambientalista Legambiente. Dopo 2 anni di lavoro e programmazione, si è giunti alla firma del protocollo che sancisce la nascita del comitato e del progetto “Vetro Indietro”, mentre entro la fine dell´anno prenderà il via la prima fase della sperimentazione: un progetto pilota che coinvolgerà alcune città campione del Nord, del Centro e del Sud Italia, dove bar e pubblici esercizi introdurranno la vendita di bevande in vetro a rendere, predisposte dai marchi aderenti. Il progetto prevede anche la stretta collaborazione dei consorzi di raccolta e smaltimento rifiuti delle città aderenti, cui spetterà il compito di fornire i dati sugli andamenti delle quantità di rifiuti prodotti.

La prima zona a dare il via alla sperimentazione sarà la provincia di Treviso, con il comune di Conegliano Veneto come capofila e con la piena partecipazione di Savno, gestore del ciclo integrato dei rifiuti urbani in 35 comuni nella Provincia di Treviso, che ha già siglato l’accordo. Ma entro pochi mesi il progetto verrà esteso ad altre città, tra cui Ancona e Salerno ed è in fase di trattativa l´attivazione anche in alcuni quartieri di Roma.

La sperimentazione servirà a valutare la fattibilità di un progressivo ritorno al vuoto a rendere, almeno nel settore dei consumi fuori casa. I dati raccolti, sulle vendite, sui costi, sui rifiuti prodotti, saranno analizzati ed elaborati dal Centro Interdipantimentale per lo Sviluppo Sostenibile (IDEAS) dell´Università Ca’ Foscari di Venezia. I risultati che emergeranno da questa fase di sperimentazione serviranno per allargare il tavolo di lavoro coinvolgendo le istituzioni nazionali e comunitarie per una riqualificazione di tutto il canale dei consumi fuori casa.

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