[19/11/2008] Trasporti

Legambiente: «Il servizio ferroviario pendolare è allo sbando»

LIVORNO. Il rapporto presentato oggi da Legambiente sulla situazione dei trasporti pendolari mette in evidenza l’assoluto sbilanciamento dei finanziamenti a favore della mobilità su gomma, sia delle persone che delle merci. Una situazione che si ritrova sia nei bilanci dello Stato che delle regioni. «Lo Stato investe le briciole, le Regioni fanno altrettanto. Risultato: il servizio ferroviario pendolare è allo sbando» si legge nel comunicato diffuso oggi in occasione dell’iniziativa, nell’ambito della campagna Pendolaria, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione dell’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, del ministro dell’Ambiente del Governo ombra del Pd Ermete Realacci (Nella foto), del presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, degli assessori ai trasporti delle Regioni Campania, Emilia Romagna e Piemonte Borioli e di decine di comitati pendolari da tutta Italia.

Uno scenario, quello delineato dal rapporto, in cui alle carrozze vecchie e sovraffollate, ai ritardi e ai disagi che spesso caratterizzano il viaggio in treno dei pendolari si aggiunge ora il rischio concreto di veder tagliare diverse linee. «Manca perfino il nuovo orario - dichiara Legambiente -quello che dovrebbe entrare in vigore il 14 dicembre e che per la prima volta Trenitalia non ha stampato perché tuttora non in grado di stabilire quali e quanti mezzi ci saranno a disposizione».

Nessuno però è esente dalle responsabilità per la situazione di crisi del trasporto ferroviario pendolare in Italia. Né Trenitalia che continua a guardare con un occhio di riguardo le tratte nazionali commercialmente più vantaggiose, né i Governi nazionali che hanno investito, pochissimo, in questi anni sul trasporto ferroviario e invece finanziato strade e autostrade.

Non va meglio la situazione sul fronte delle Regioni, dove l’ammontare degli stanziamenti per il servizio (ossia il contributo a Trenitalia o agli altri concessionari per avere più treni in circolazione) e per l’acquisto di nuove carrozze non arriva in nessun caso allo 0,4% del bilancio regionale.

La spesa regionale per le infrastrutture ha visto premiare nel periodo 2002-2008 per circa l’84% gli investimenti a favore delle strade, mentre alle ferrovie e alle metropolitane sono stati destinati rispettivamente il 10,57% e il 5,53% del totale. Tra le Regioni è la Toscana che spende di più per i pendolari rispetto al proprio bilancio (0,38%) ed è anche quella che con più continuità in questi anni ha investito per migliorare il servizio ferroviario pendolare con risultati positivi in termini di aumento della domanda, per cui si è passati da 165mila passeggeri trasportati nel 2000 a 225mila nel 2008.

In generale, comunque, le risorse stanziate dalle Regioni sono insignificanti con le situazioni più gravi che si registrano in Veneto, Piemonte e Lazio in cui vi è una rilevante domanda pendolare a fronte di investimenti pari allo 0,02 o 0,03 del bilancio. Tra gli esempi di spesa nei bilanci regionali utili a evidenziare la marginalità dell’investimento per il trasporto ferroviario è citato il caso della Sicilia, che ha stanziato quest’anno per migliorare il servizio, appena 8milioni di euro, esattamente quanto ha elargito per la realizzazione di nuovi centri commerciali, e del Veneto, dove la spesa per le “iniziative di informazione, istruzione e culturali a favore dei veneti nel mondo” supera quella per i veneti nel Veneto che si spostano in treno.

«I ritardi rispetto agli altri Paesi europei non sono omogeneamente distribuiti - ha sottolineato Edoardo Zanchini, responsabile trasporti di Legambiente - Le situazioni più gravi riguardano proprio le aree urbane e in particolare le metropolitane - dove, con soli 161,9 km (pari quasi alla rete della sola città di Berlino) siamo all’ultimo posto in valore assoluto – e le ferrovie suburbane, che contano in totale solo 582,4 km di estensione, pari a circa un terzo della rete esistente in Spagna e Regno Unito e ad un quarto di quella tedesca».

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