[21/11/2008] Comunicati

Il quarto rapporto Ipcc, questo sconosciuto (9)

FIRENZE. Abbiamo visto nei giorni scorsi come secondo i più attendibili tra gli scenari ipotetici relativi alle emissioni di gas serra nel prossimo secolo, esse potrebbero salire, dalle circa 40 gigatonnellate di CO2 equivalente/anno, fino a valori superiori al triplo (140 Gt/anno) nel caso peggiore. Altri scenari prevedono aumenti minori, mentre alcuni propongono, dopo una iniziale fase di crescita fino almeno al 2040-2050, una diminuizione delle emissioni globali fino ad un valore di circa 20-30 Gt/anno, intorno al 2100.

Se restringiamo il campo di analisi temporale all’anno 2030, notiamo che l’iniziale fase di crescita delle emissioni prevista da tutti gli scenari potrebbe portare a valori aggiuntivi da 9,7 a 36,7 Gt/CO2 eq/anno, cioè la crescita potrebbe andare dal 25 al 90% circa. Se andiamo, infine, ad analizzare separatamente le emissioni da forniture energetiche, che come abbiamo visto nella quarta parte della rassegna costituiscono la parte prioritaria del bilancio delle emissioni con il 25,9%, si nota che esse sono previste crescere «dal 40 al 110%» nel periodo 2000-2030.

Abbiamo visto inoltre che i range di incertezza sul futuro comportamento del clima sono associati principalmente al possibile comportamento di quelle forzanti su cui ancora abbiamo poche certezze, come ad esempio gli aerosol e il loro maggiore o minore effetto raffreddante. Come in questi giorni abbiamo letto su Greenreport, per esempio, ancora la climatologia non ha gettato luce sufficiente sul ruolo che può essere svolto dalle cosiddette “brown clouds”, ai fini del bilancio radiativo, poichè esse sono riscaldanti per certi versi e raffreddanti per altri.

D’altra parte, il forcing radiativo della CO2 è invece tra gli elementi che conosciamo con maggiore precisione, e come abbiamo scritto (vedi quinta parte) esso potrebbe andare da 1,49 e 1,83 W/mq, con un valore più probabile di 1,66 W/mq.

In conseguenza di ciò, il quarto rapporto afferma che «per le prossime due decadi è previsto dagli scenari un riscaldamento di 0,2° C per decade» e che «anche se le emissioni di tutti i gas serra e degli aerosol fossero tenute costanti ai livelli dell’anno 2000, sarebbe atteso comunque un riscaldamento di 0,1° C per decade. Successivamente, le proiezioni sulla crescita della temperatura dipendono dagli specifici scenari emittivi». Questo significa, in poche parole, che l’aumento della temperatura causato dai gas serra emessi finora continuerà ad influenzare – al netto del ruolo dei forcing negativi – il sistema climatico almeno per altri due decenni.

Queste proiezioni basano la loro attendibilità, come abbiamo visto per altri casi, sul fatto che i modelli con cui in passato sono state elaborate hanno poi dimostrato di essere aderenti alle osservazioni effettuate: «dal primo rapporto Ipcc del 1990, le proiezioni avevano ipotizzato una crescita delle temperature medie globali tra 0,15° e 0,30° per decennio dal 1990 al 2005. Questo adesso può essere comparato con i valori effettivamente osservati, circa 0,20° per decennio, rafforzando la fiducia nei modelli a breve termine disponibili».

Comunque, facendo un conto approssimativo, una crescita di 0,2° per decennio potrebbe portare ad un aumento di massimo 2 gradi entro la fine del XXI secolo, valore che sappiamo (e vedremo meglio poi) essere un aumento di temperatura media considerato da molti “accettabile” per il nostro sistema economico e sociale. Il problema sta appunto nel fatto che questa non è altro che la crescita minima possibile, cioè quella prevista dallo scenario più favorevole (scenario B1, come vedremo). In realtà, appare probabile che «il proseguire delle emissioni al ritmo attuale o ad uno superiore potrebbe causare un maggiore riscaldamento e indurre molti cambiamenti nel sistema climatico globale durante il XXI secolo che potrebbero molto probabilmente (very likely, probabilità superiore al 90%) essere superiori di quelli osservati durante il XX secolo».

La prossima parte del nostro approfondimento cercherà quindi di gettare luce sulla vexata quaestio relativa alle effettive ipotesi di crescita della temperatura entro il 2100, e conseguentemente ai correlati scenari riguardanti il possibile innalzamento del livello marino, e altre variabili. Andremo anche ad investigare con maggiore dettaglio le differenze tra i principali modelli di sviluppo socio-economico predisposti dall’Ipcc ai fini dell’analisi climatologica.

(9 - continua)

Torna all'archivio