[24/11/2008] Energia

La ´fish technology´ nuova frontiera delle energie rinnovabili

LIVORNO. Le lenti correnti dei placidi fiumi potrebbero diventare una nuova ed affidabile fonte di energia alternativa. Michael Bernitsas, un professore del dipartimento di architettura navale e ingegneria marina dell´università del Michigan ha realizzato un meccanismo che funziona come un pesce e potenzia i vortici prodotti dai flussi dei fluidi e le utilizza a proprio vantaggio per creare energia pulita e rinnovabile.

Il progetto "Vortex induced vibration for aquatic clean energy" (Vivace) è stato pubblicato sul "Journal of offshore mechanics and arctic engineering" e rappresenta il primo dispositivo noto che potrebbe sfruttare l´energia dalla maggior parte delle acque correnti in tutto il mondo, perché lavora su flussi con movimenti lenti di 2 nodi, cioè la maggioranza di quelle del pianeta che sono sotto i 3 nodi, mentre gli impianti idroelettrici e quelli attuali che sfruttano le correnti e le maree oceaniche hanno bisogno di almeno 5 o 6 nodi.

Vivace non ha bisogno di onde, maree, turbine e dighe, si tratta di un unico "hydrokinetic energy system" che si basa su "vortex induced vibrations."

Le vibrazioni indotte dai vortici sono facilitate dalla presenza di manufatti cilindrici che possono sfruttar e flussi sia di acqua che d´aria, e che sfruttano i vortici provenienti da ogni direzione.

Si mettono così a frutto fenomeni lenti ma potenzialmente distruttivi

«Negli ultimi 25 anni, gli ingegneri, me compreso, hanno cercato di sopprimere le vortex induced vibrations – spiega Bernitsas – Ma ora alla Michigan stiamo facendo il contrario. Abbiamo migliorato le vibrazioni per sfruttare al meglio questo potente e distruttiva forza della natura. E´ noto da temo che i pesci fanno un buon uso dei vortici che causano queste vibrazioni. Vivace copia per alcuni aspetti la "Fish technology". I pesci curvano i loro corpi per planare tra i vortici e procedure in avanti. La loro potenza muscolare da sola non potrebbe dargli la propulsione nell´acqua a con la quale vanno così velocemente, anche in modo da guidare gli altri pesci nella loro scia».

Per ora il prototipo di Bernitsas è un elegante cilindro con una forma allungata che sfrutta gli 1,5 nodi di una cisterna artificiale, non assomiglia per niente a un pesce anche se lui assicura che le versioni future avranno l´equivalente di una coda e la rugosità superficiale delle loro squame. Vivace funziona con i vortici che spingono il cilindro in su e giù e creano energia meccanica che viene convertita in energia elettrica.

Bernitsas è più che ottimista: «Se riuscissimo a sfruttare lo 0,1% dell´energia del mare, si potrebbe sostenere il fabbisogno energetico di circa 15 miliardi di persone».

Il meccanismo dovrebbe permettere un minore impatto sulla vita acquatica di infrastrutture ingombranti comer dighe e turbine e potrebbe a regime produrre energia a 5,5 centesimi di dollaro per kilowattora, meno delle altre energie rinnovabili, entro 18 mesi dovrebbe essere realizzato un progetto pilota nel Detroit River.

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