[24/11/2008] Comunicati

E se il green new deal italiano cominciasse dall´Ilva di Taranto?

TARANTO. Introducendo il convegno "Lavoro, ambiente, sicurezza: Taranto e l´Ilva", che ha analizzato la situazione dell´Ilva di Taranto dal punto di vista industriale con le possibili ricadute su sicurezza, salute, ambiente e territorio, Gino D´Isabella, segretario generale della Camera del lavoro di Taranto, ha detto: «Chiediamo all´Ilva di accettare la sfida dello sviluppo tecnologico pensando non solo ai costi degli investimenti innovativi, ma soprattutto al futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto. Stabilimento la cui presenza nel territorio tarantino non deve costituire un elemento ostile, in quanto minaccioso per la salute dei lavoratori che in esso operano e della popolazione residente. Non per caso ambiente e sicurezza sono elementi qualificanti della piattaforma rivendicativa presentata all´Ilva da Fim, Fiom, Uilm per l´accordo integrativo di gruppo».

Insieme ai lavoratori dell´Ilva che gremivano la sala della conferenza c´erano anche diversi ambientalisti, e Stefano Ciafani responsabile scientifico Legambiente commenta così l´iniziativa: «Tutela dell´ambiente e diritti dei lavoratori finalmente vanno di pari passo. La presenza di Legambiente oggi al fianco di Fiom e Cgil è un segnale importante che mette la parola fine alla tesi del passato secondo la quale, sull´industria, bisognava obbligatoriamente scegliere tra diritto al lavoro e rispetto dell´ambiente. Sindacati e ambientalisti oggi, invece, hanno trovato un unico fronte comune che punta all´innovazione tecnologica, in una sorta di green new deal che potrebbe costituire la vera risposta alla crisi mondiale, in grado di affrontare nello stesso tempo i problemi dell´occupazione, la competitività del mercato e il rispetto del territorio. Un criterio valido anche per la siderurgia italiana e per lo stabilimento Ilva di Taranto, su cui si è basato anche il ddl sulla diossina proposto dal governatore Vendola. Per questo Legambiente chiede a tutti gli schieramenti politici e alle altre sigle sindacali di appoggiarlo, perchè la vicenda "diossina" e la vertenza Ilva non devono essere considerate una battaglia di schieramento, quanto invece una opportunità per coniugare il trinomio "ambiente-lavoro-progresso. Solo con la messa in campo di un effettivo e significativo abbattimento delle emissioni di diossina in tempi brevi, con un´autorizzazione integrata ambientale seria e rigorosa, negli impegni e nei tempi, e un cronoprogramma preciso sulle bonifiche dei siti inquinati si potrà dire, infatti, che a Taranto c´è stata veramente quella svolta necessaria e non più rinviabile».

Il sindacato spiega che «Con questa iniziativa, la Fiom e la Cgil, sia a livello territoriale che nazionale, vogliono affrontare concretamente la questione dell´impatto, sull´ambiente e sul territorio, di attività industriali quali la siderurgia, con particolare riferimento all´Ilva di Taranto». E la Fiom-Cgil ricorda di «aver salutato positivamente la recente iniziativa legislativa della Regione Puglia che pone vincoli stringenti per le emissioni di diossina e di altre sostanze altamente inquinanti. La vertenza sindacale in corso per il rinnovo dell´integrativo aziendale cerca di affrontare anche le questioni dei miglioramenti tecnologici sugli impianti e sulla ricerca e sviluppo dei prodotti, finalizzati allo scopo di rendere maggiormente ecocompatibili i processi produttivi. Questi obiettivi, insieme al nuovo quadro normativo regionale, dovranno portare a ridefinire un nuovo accordo di programma con precise tempistiche».

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