[25/11/2008] Energia

Intanto i minatori polacchi attaccano gli attivisti di Greenpeace

LIVORNO. Quello che è successo ieri in Polonia è forse il segnale dei tanti conflitti che rischiano di sorgere in tempo di crisi, con un balzo indietro allo scontro ambiente-lavoro, che non a caso avviene in un Paese che, insieme all´Italia, teorizza una "sospensione" degli obblighi di Kyoto e un rinvio del pacchetto clima-energia dell´Ue,

Partendo dalla vicina "Stazione di salvataggio del clima" (nella foto), un gruppo di attivisti di Greenpeace è entrato in azione nella centrale a carbone di Konin. Ecco la cronaca fatta da Greenpeace: «Stavano scrivendo uno "Stop" gigante su uno dei mezzi meccanici utilizzati per caricare il carbone. Sono stati aggrediti dai lavoratori. Picchiato un giornalista che seguiva gli attivisti. I minatori hanno risposto con violenza a una protesta pacifica. Ma questo episodio non fermerà le attività di Greenpeace, dalla Stazione del clima, per portare testimonianza della devastazione ambientale causata dal carbone a livello locale e globale. La scorsa settimana circa 400 persone hanno manifestato pacificamente insieme a Greenpeace contro la presenza della miniera a cielo aperto».

Ai lavoratori polacchi non sembra interessare molto l´allarme di Greenpeace: « e continueremo a bruciare carbone lanceremo il Pianeta verso una crisi climatica irreversibile. Per evitarla occorre fermare la crescita delle emissioni globali al 2015 e dimezzarle al 2050».

Greenpeace ha scelto non a caso la Polonia per scandire i giorni che avvicinano all´apertura della Conferenza sui cambiamenti climatici dell´Onu di Poznan, che è a circa 100 chiilometri dalla miniera di Konin, e chiede alla Polonia «di presentare un piano concreto per ridurre la dipendenza dal più inquinante combustibile fossile e aumentare la quota delle rinnovabili. Ad oggi, ancora il 90% dell´energia prodotta in Polonia, tra i 20 maggiori emettitori di gas serra del Pianeta, arriva dal carbone. La Polonia, in quanto Paese ospitante delle negoziazioni per salvare il Pianeta dai più disastrosi effetti del riscaldamento globale, dovrebbe mostrare leadership e lavorare attivamente per ridurre le proprie emissioni. Al contrario il Paese, con il vergognoso appoggio dell´Italia, sta minando il "pacchetto" europeo sul clima per consolidare ulteriormente la propria dipendenza dal carbone».

Le botte dei minatori polacchi agli attivisti sono l´ultimo episodio di un´a escalation di attività di Greenpeace contro l´apertura di nuove centrali a carbone in Europa e nel mondo: qualche giorno fa a Rotterdam, più di 90 attivisti sono stati arrestati dalla polizia olandese dopo 10 ore di blocco del cantiere dove la società E.ON vorrebbe realizzare un nuovo impianto, la polizia ha anche temporaneamente sequestrato due navi di Greenpeace, Rainbow Warrior e Beluga II, mentre cercavano di bloccare navi carboniere nel porto di Rotterdam.

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