[01/12/2008] Comunicati

Pacchetto clima, doppio pacco e contropaccotto all´italiana

LIVORNO. Come dice Pietro Greco oggi sull’Unità, la conferenza di Poznan che da oggi al 12 dicembre vedrà dibattere i rappresentanti di 192 paesi di tutto il mondo principalmente sui cambiamenti climatici, probabilmente non avrà alcun esito dal punto di vista delle decisioni rilevanti. Ma l’aspetto rilevante di questo evento che è la 14ma Conferenza delle Parti che hanno sottoscritto l’Unfcccc, non è solo il clima cambiato, scusate il gioco di parole, dopo l’annuncio del prossimo impegno sull’ambiente degli Usa grazie al neoeletto presidente Obama, bensì la pessima posizione con cui l’Italia si presenta all’appuntamento internazionale. Come si evince non solo dalle ormai stanche e deprimenti dichiarazioni monocorde del ministro Prestigiacomo (dal Corriere della Sera “Se non verrà accolta la nostra proposta di modifica del pacchetto-clima l’Italia si metterà di traverso (...). Noi vogliamo combattere davvero l’inquinamento (...)”), ma fattivamente dal pacchetto anticrisi presentato dal Governo che contiene il contropaccotto: il depotenziamento del bonus del 55% per le misure per il risparmio energetico nell´edilizia e sull´impiego delle fonti rinnovabili.

La direzione del governo di fronte alla doppia crisi (economica ed ecologica) appare (dovrebbe apparire) ora chiara anche a chi proprio non vuole vederla: difesa dello status quo di Confindustria; minimizzazione delle questioni ambientali da riprendere in mano forse quando le vacche saranno di nuovo grasse; elemosina da social card come contentino populista pro consenso con velleità di far così riprendere i consumi...

Dice giustamente Ermete Realacci, ministro dell´Ambiente del Governo Ombra del Pd su quanto contenuto nel pacchetto anticrisi: «Una scelta gravissima che rende sempre meno credibile la posizione del Governo Berlusconi sulle questioni climatiche». Per inciso il pacchetto anticrisi rende più complesso burocraticamente e meno certo nei rientri il bonus previsto per le famiglie e le imprese che investono in efficienza energetica e fonti rinnovabili.

«Ancora una volta – prosegue Realacci - questo esecutivo dimostra miopia e arretratezza. Lo sgravio fiscale del 55% introdotto dal Governo Prodi è stata una misura che ha ottenuto degli effetti ingenti e importanti. Lo hanno utilizzato 230 mila famiglie, ha messo in moto un volano di affari superiore ai 3 miliardi di euro e ha permesso di ripagare lo sgravio fiscale previsto, attraverso l´emersione del sommerso e l´attivazione di una nuova economia. Queste misure, inoltre, consentono alle nostre famiglie di risparmiare anche una notevole quantità di risorse. Tra una casa ben costruita, che utilizza le migliori apparecchiature per l´illuminazione e per degli elettrodomestici, e una casa costruita male, vi è una differenza di spesa annua di circa mille euro a famiglia».

Altro che new deal verde di Obama, qui siamo agli anni Cinquanta, con sogni di grandi opere sostanzialmente stradali, filosofia del “tiriamo a campà” ( ma consumando anche se i soldi non li abbiamo) che poi tanto la crisi passa e tutto torna come prima, oh yes!.

E chi se ne frega se le emissioni di gas serra l’Italia (Corriere della Sera) dal 2000 al 2006 invece di diminuirle le ha aumentate del 9.9%, tanto, direbbe la Prestigiacomo, “che senso ha correre a fare accordi in Europa se Cina, India e Brasile non aderiscono?”, che è un argomento, certamente, ma è pure un boomerang perché quegli stati - che pur dovranno entrare nella partita degli accordi per il clima - per contro hanno ora un alibi bello e pronto: “Se non avete fatto niente voi per ridurre le emissioni perché dovremmo iniziare proprio noi!”.

Dunque c’è rimasto solo da sperare che l’Italia conti poco a livello europeo e che l’Ue appunto vada avanti con il solo rischio – e già molto più di un rischio – che il nostro paese perda il vero treno che sta passando per un rilancio più sostenibile ambientalmente e socialmente dell’economia mondiale, che è quello dell’industria per l’efficienza energetica, per la produzione di tecnologie legate alle fonti rinnovabili, per l’edilizia sostenibile ecc. ecc.

Insomma, al pacchetto clima il nostro governo risponde “all’italiana” con un doppio pacco e contropaccotto di Nannyloyana memoria, ma il mattone al posto dello stereo (temiamo) sarà il Belpaese a trovarlo.

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