[02/12/2008] Parchi

Tunisia ed Italia insieme contro l´inquinamento del Mediterraneo

LIVORNO. L´’Association du réseau méditerranéen pour le développement durable (Aremedd) ha organizzato a Tunisi, insieme all´associazione italiana Mareamico, la terza Conferenza delle associazioni mediterranee sulla protezione del Mediterraneo.

«Il mediterraneo – spiegano gli organizzatori tunisini - soffre di un grande problema di inquinamento che rappresenta una vera minaccia per gli ecosistemi marini. La cooperazione e la solidarietà tra i differenti Paesi mediterranei si traduce in un impegno di tutti a trovare soluzioni affidabili a questo problema».

Come tutte le associazioni tunisine anche l´Aremedd è sotto ferreo controllo del governo autoritario dal Paese, il suo presidente è Mohamed Mehdi Mlika, un ministro-consigliere del primo ministro, che ha aperto la conferenza affermando che «questo incontro sottolinea l´importanza che noi diamo insieme alla protezione del Mediterraneo contro tutte le forme di inquinamento per la preservazione della biodiversità marina, la protezione del litorale contro l´erosione e per l´educazione ambientale».

Italia e Tunisia collaborano dal 2004 alla lotta contro l´inquinamento del Mediterraneo e per la conservazione delle risorse alieutiche e la biodiversità, la salvaguardia delle coste, la lotta contro la desertificazione, le sfide poste dal cambiamento climatico e lo sviluppo di energie rinnovabili.

L´Italia ha da farsi perdonare anche qualche peccato, come quegli investimenti turistici cementificatori che non hanno certo fatto bene all´integrità costiera del piccolo Paese arabo Mlika ha sottolineato che «Se non ci assumiamo le nostre responsabilità, il mare Mediterraneo, già gravemente minacciato dagli effetti dell´inquinamento devastatore, perderà rapidamente tutti i fattori che fanno la sua vita, con conseguenze catastrofiche prevedibili sull´insieme dei Paesi rivieraschi».

L´ambasciatore italiano in Tunisia, Antonio Andrea, ha detto che l´impegno delle associazioni è importante per la protezione del Mediterraneo e per animare i progetti di cooperazione: «Costatiamo una volontà condivisa tra Italia e Tunisia di far meglio. Occorre lavorare insieme a livello tecnico e della ricerca scientifica. Anche la società civile deve aiutare i ricercatori e le università a canalizzare le azioni di intervento».

Rimane da capire a quale società civile tunisina si riferisca il nostro ambasciatore, forse quella irregimentata nelle associazioni di fiducia della dittatura di Zin-El Abidine Ben Alì che impedisce con le buone o con le cattive dal 1987 qualsiasi attività non allineata con il suo regime?

Così Mlika può vantarsi di fronte agli ospiti e collaboratori italiani: «La Tunisia accorda una grande importanza alla protezione del litorale. Tutte le città costiere tunisine sono equipaggiate con una rete igienica e una stazione di depurazione per evitare tutti gli scarichi di acque reflue in mare. Anche i porti tunisini beneficiano di una protezione contro l´inquinamento. Il programma Main blue è un programma ambizioso per la protezione dell´ambiente marino. L´azione delle associazioni e delle Ong in quanto contributo alla lotta contro l´inquinamento del Mediterraneo e per l´adattamento ai cambiamenti climatici è un contributo non aggirabile alla qualità della vita».

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