[02/12/2008] Trasporti

Pendolaria premia la Toscana e la qualità della vita (che viaggia in treno)

LIVORNO. La Toscana è la Regione che spende di più per i pendolari rispetto al proprio bilancio. Parola di ‘Pendolaria’, la campagna promossa da Legambiente che difende il diritto alla mobilità dei pendolari e che come ogni anno stila un rapporto dettagliato sulla situazione del trasporto ferroviario in Italia.
«A dimostrazione che il potenziamento del trasporto pubblico e l´investimento sul ferro anziché sull´asfalto – dichiara Edoardo Zanchini, responsabile nazionale Trasporti di Legambiente – sono temi trasversali che interessano tutti, vi è la ricetta del Governo Sarkozy alla Grenelle de l’Environnement: il 50% della spesa nazionale per le opere pubbliche deve andare alla realizzazione di nuove linee di metropolitane e del servizio ferroviario pendolare, di tram. In modo da realizzare gli interventi di ammodernamento delle linee urbane, di realizzazione di binari dedicati al trasporto regionale e metropolitano, tratte di aggiramento per le merci, nuove stazioni attrezzate con parcheggi e servizi».

Il documento premia la Toscana come la regione che con più continuità in questi anni ha investito per migliorare il servizio ferroviario pendolare (in termini di treni/km e nuove carrozze) e i numeri dimostrano che questa direzione paga: in termini di aumento della domanda si è passati da 165mila passeggeri trasportati nel 2000 a 225mila nel 2008. Ma si può ovviamente fare di più

«La Regione e il governo nazionale facciano come in Francia – dichiara Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana – rivedendo le priorità infrastrutturali: il Ponte sullo Stretto, con 6 miliardi di euro di spesa previsti, costerà quanto il progetto annunciato e mai realizzato dei nuovi 1000 treni per i pendolari. Non sarebbe il caso di stornare questi fondi sulle linee strategiche di TPL e sui collegamenti su rotaia dei pendolari?! Nella nostra Regione, si potrebbe per esempio raddoppiare la linea che collega Firenze tramite Prato e Pistoia a Viareggio; raddoppiare la Siena – Empoli e la Siena – Chiusi; potenziare e velocizzare la Siena – Grosseto e con essa la Porrettana sull’Appennino Pistoiese, la Lucca – Aulla che attraversa la Garfagnana; la linea casentinese che collega la Val Tiberina all’Umbria e alla nostra Val di Chiana; la Arezzo – Sinalunga. Si potrebbero rendere più efficienti le linee ferroviarie del Mugello e Val di Sieve. Si potrebbe completare in tempi rapidi la Pontremolese. Si potrebbe rendere più facile la vita a chi fruisce la tratta Arezzo/Firenze e ai pendolari che usano il servizio tra Arezzo, Chiusi e Roma. Si potrebbe recuperare completamente la Cecina/Volterra. E infine migliorare definitivamente la linea tirrenica che collega il Lazio con la Liguria e il Piemonte. E’ un obiettivo ambizioso ma raggiungibile – conclude Baronti – basta davvero volere stornare fondi dalla gomma al ferro!».

La prima richiesta va comunque al Governo: Per Trenitalia la richiesta principale è che il servizio di AV non sia il pretesto per istituire una ferrovia “povera” per i pendolari e le fasce deboli della società ed una “ricca” per l’alta velocità. Lo Stato paga le infrastrutture, tutti pagano le tasse, ma alla fine l’Alta Velocità/Alta Capacità serve soltanto a chi va da Roma a Milano; tutti gli altri utenti vedono peggiorare il servizio, penalizzati dai treni superveloci per super-manager.

Per migliorare il servizio di trasporto pubblico bisognerebbe poi cercare di rafforzare la frequenza dei treni, potenziare le linee locali e metropolitane, cercare l´intermodalità, razionalizzando le coincidenze e i nodi di scambio, provvedere al rinnovo del parco rotabile e mantenere un filo diretto con l´utenza per percepire disagi e suggerimenti.

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