[03/12/2008] Parchi

Danni da fauna selvatica, la Cia Toscana vuole risposte da cacciatori e regione

FIRENZE. La Regione Toscana ha organizzato un seminario sulla gestione sostenibile degli ungulati in preparazione della prossima conferenza regionale sulla caccia, prevista ad inizio 2009, Marco Failoni, della presidenza regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Toscana, è intervenuto per sottolineare che «La conferenza regionale sulla caccia dovrà dare risposte alle domande che il mondo agricolo e la Cia Toscana hanno posto da tempo per risolvere la propria e vera emergenza rappresentata dai danni alle colture provocati dalla fauna selvatica. Nei rapporti tra agricoltura e attività venatoria l´obiettivo primario deve essere quello di tutelare le coltivazioni e gli agricoltori».

Il proliferare soprattutto dei cinghiali, ma in alcune aree anche di caprioli, cervi e daini, evidenzia che l´attività venatoria "tradizionale" dei 110.000 cacciatori della Toscana (la regione italiana a più alta densità di doppiette), non solo non è riuscita ad arginare il fenomeno, ma a volte ne è stato la causa con immissioni scriteriate o una gestione venatoria che troppo spesso punta a tenere alto il numero dei grandi animali cacciabili e quindi non è sempre all´altezza del problema.

Lo stesso presidente della regione Claudio Martini era intervenuto nel seminario per sottolineare la portata politica generale del tema della gestione della fauna sostenendo la necessità di una discontinuità rispetto al passato ed affermando la priorità della tutela del reddito degli agricoltori soprattutto in una situazione di grave e generalizzata crisi economica.

Parole ben accolte dagli agricoltori della Cia, che però chiedono alla regione maggiore incisività nel governo di un problema che in alcuni territori tocca ormai livelli di emergenza per i danni alle colture ed alla biodiversità e Failoni ha avanzato due proposte: «Occorre innanzitutto intervenire attraverso un piano straordinario di abbattimenti, che operi anche nelle aree protette e negli istituti faunistici, in modo da riportare la situazione sotto controllo. In secondo luogo è necessaria una profonda revisione del modello di gestione faunistico venatorio, anche modificando la legge regionale in materia, in modo da garantire una seria programmazione, maggiore capacità decisionale e la definizione di un sistema di responsabilità. E´ l´ora dei fatti e dei risultati ci auguriamo che la conferenza sappia proporre soluzioni chiare, obiettivi precisi e misurabili, azioni incisive che diano risposte in tempi rapidi. In questo senso apprezziamo vivamente le parole e gli impegni assunti nel suo intervento dal presidente della giunta regionale Claudio Martini».

Roberto Beligni, vice presidente della Cia di Siena ha ribadito «non vogliamo più i danni, bisogna passare dalla gestione degli ungulati al loro controllo. Condividiamo ha concluso l´intervento del presidente Martini, e ci auguriamo che le giuste considerazioni da lui svolte si trasformino rapidamente in atti concreti».

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