[05/12/2008] Comunicati

Gli enti locali italiani, le Agende 21 e il pacchetto clima-energia

BOLOGNA. Oggi a Bologna le Agende 21 locali italiane e comuni, province e regioni si incontrano alla conferenza "Il Clima delle città, le città per il clima", organizzata in collaborazione con l´Istituto nazionale di urbanistica ed il comune di Bologna. Aprendo la conferenza, il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati ha sottolineato che «Bisogna dare una risposta culturale ai bisogni che le comunità hanno di progettare i luoghi della loro vita, la città e successivamente farne discendere le azioni concrete da trasformare in politiche amministrative».

Nel suo discorso introduttivo Emilio D´Alessio, presidente del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, ha detto che «In Italia il 70% della popolazione vive in zone urbane è chiaro quindi che oltre agli interventi di carattere nazionale, va disegnata una strategia che permetta di sfruttare le potenzialità e la peculiarità delle singole realtà territoriali sfruttando al meglio la conoscenza che le amministrazioni locali hanno del proprio contesto. In vista degli imminenti accordi europei ed in previsione del nuovo protocollo di Kyoto di cui si sta discutendo in questi giorni a Poznan, al quattordicesimo vertice ONU sui cambiamenti climatici, quantificare con un unico sistema di calcolo condiviso il contributo tangibile e concreto che gli enti locali stanno dando orami da anni nella riduzione delle emissioni di CO2 è fondamentale per il nostro paese. Nelle amministrazioni locali esistono infatti ancora diversi metodi di misurazione degli effetti degli interventi attuati per questa ragione il nostro impegno negli ultimi 6 mesi si è concentrato sull´analisi comparata dei diversi metodi di misurazione per arrivare a predisporre un modello condiviso che consenta di identificare l´apporto delle singole realtà territoriali».

Alla conferenza sono stati presentati i risultati dell´analisi comparata che prende in considerazione oltre 50 i parametri e coinvolge 15 enti locali: i comuni di Firenze, Rosignano Marittimo, Milano, Ferrara, Rovigo, Ancona, Foggia, Caltanissetta e Siracusa, le province di Lucca, Bologna e Salerno e le regioni di Toscana, Liguria e Sicilia. I dati sono stati elaborati da esperti del mondo imprenditoriale e accademico a partire dalla considerazione che «anche in questa complessa fase economica, trasformare una necessità in opportunità d´innovazione economica, sociale e culturale è possibile».

Gli interventi più frequenti degli enti locali riguardano la riduzione di CO2 attraverso l´aumento dell´efficienza energetica, con interventi semplici come la sostituzione delle lampadine dei semafori, l´isolamento delle pareti di edifici pubblici, la sostituzione con mezzi a metano o ibridi, l´impiego di impianti fotovoltaici, l´incremento del risparmio idrico, e l´assorbimento di CO2 con il rimboschimento urbano e di aree agricole. L´analisi spiega che «La CO2 risparmiata varia ampiamente dal tipo di azione realizzata. Si passa, ad esempio, da circa 1 t/anno per ogni veicolo tradizionale sostituito con uno a metano, alle 3,8 t/anno per ettaro di alberi piantati, alle 10 t/anno per un impianto fotovoltaico di potenza inferiore ai 20 kWh, fino ad arrivare alle circa 900 t/anno per l´installazione di una turbina idroelettrica».

Francesco Bicciato, Assessore all´Ambiente del comune di Padova e vice-presidente del Coordinamento nazionale delle Agende 21 Italiane, ha spiegato che «Nei diversi casi presi in esame nel progetto pilota del Coordinamento delle Agende 21 locali la riduzione di CO2 arriva al 3,5% nei comuni di medie dimensioni, considerando solo le azioni svolte direttamente su edifici pubblici, mezzi di trasporto e illuminazione pubblica e al 3-5% di riduzioni a livello provinciale. In molti casi del resto abbiamo calcolato una riduzione delle emissioni che può arrivare addirittura al 10-15%».

La Conferenza di Bologna nasce dalla convinzione che «Le città sono colpite dal cambiamento climatico, che produce effetti negativi sulla vita dei cittadini e in parte ne sono causa. Nelle città si consuma gran parte dell´energia del settore civile e il traffico urbano concorre sensibilmente alle emissioni di gas serra. Trasporti, elettricità e riscaldamento sono ambiti decisivi di intervento,per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto». Gli organizzatori vogliono «presentare un´agenda tematica sul cambiamento climatico nelle città, avviando un confronto, che rafforzi la collaborazione tra tutti i livelli istituzionali. Una condivisa politica nazionale, dei territori e delle città,può trasformare una necessità in opportunità di innovazione economica, sociale e culturale utile alle città e al Paese, da cogliere con impegno, fiducia e partecipazione».

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