[09/12/2008] Comunicati

Binari sinistri per affrontare la crisi

LIVORNO. L’importante è che gli italiani comprino i regali di Natale ha detto il premier Silvio Berlusconi, assurgendo ancora una volta ad uomo-spot che ha sempre in mano la soluzione per affrontare e risolvere le crisi finanziaria-economica-ambientale che stanno scompaginando ogni equilibrio del pianeta. Premier in parte supportato anche dalla proiezione mediatica dello studio del Censis di Giuseppe De Rita del quale è stata rilanciata soprattutto la parte dove si sostiene che “le difficoltà che abbiamo di fronte possono adeguatamente sfidarci" evitandoci "l´implosione che un anno fa sentivamo vicina".

Del resto l’isolamento italiano di fronte al resto del mondo che comincia a individuare, se non in una riconversione ecologica dell´economia, in un green new deal la strada giusta per rispondere alle crisi che stiamo vivendo, appare evidente non soltanto guardando a destra.

La metafora cara a greenreport del treno deragliato che oggi deve essere messo su un binario diverso da quello che lo ha portato alla catastrofe, viene utilizzata anche dall’ex ministro dell’industria Bersani, ma capovolta: «C’è un treno che si è fermato in mezzo alla campagna e che non riparte». Come dire, facciamolo ripartire nella stessa direzione. E checché ne dicano gli ambientalisti del Pd, la necessità di una riconversione ecologica dell’economia sintetizzata nella proposta di legge di quel partito “Rottamare il petrolio”, rischia di rimanere un orpello di facciata se si continua a sostenere che il governo non ha fatto abbastanza o che ha fatto troppo tardi, senza proporre con convinzione le proprie idee (altre) per uscire dalla crisi

Forse la cosa che fa più male è proprio questa impossibilità di trovare nella sinistra italiana quel dna riferito alla sostenibilità che invocava anche il sociologo Giampaolo Fabris nell’intervista rilasciata a greenreport una decina di giorni fa.

E del resto allargando lo sguardo fuori dei confini nazionali ci possiamo rendere conto che quel binario nuovo da prendere non è affatto un’esclusiva della sinistra ma si affaccia sempre più consapevolmente anche nelle destre “illuminate” di Sarkozy e di Barroso che tengono dritto il timone sul pacchetto clima energia nonostante le incursioni piratesche di Italia e Paesi dell’Est, nel governo di coalizione tedesco con la Merkel che se da una parte gioca di sponda sul pacchetto Ue (critiche e polemiche in questo caso non le vengono risparmiate), dall’altra ha ben chiaro che la ripresa dell’economia passa non dal rilancio dei consumi (che infatti ha di fatto frenato, portando l’Iva dal 16% al 19%) , ma bensì dagli impulsi all´industria nuova e dall’esportazione di tecnologie efficienti e competitive, vendendo innovazione di processo e di prodotto frutto degli investimenti in ricerca per una economia sostenibile.

Per arrivare ad Obama, il cui piano “keynesiano” come lo definisce Repubblica, ha ottenuto come primo risultato un rialzo delle borse, ma che ancora una volta si appunta su una rivoluzione culturale che servirebbe all’Italia come il pane: quella della manutenzione. La vera Grande opera per la nuova America obamiana (per ora siamo agli annunci ovviamente), sono le manutenzioni. Tante opere che accrescano la qualità della vita dei cittadini: migliorare e rendere efficienti scuole, ferrovie, ponti, strade, ospedali che già ci sono e investire nelle energie rinnovabili per creare milioni di posti di lavoro (magari quelli persi oggi dall’industria automobilistica dei Suv sempre più grandi e sempre più energivori) e ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio.

Che è un po’ quanto contenuto nel disegno di legge del Pd, firmato da molti ma letto probabilmente da pochi e da pochissimi tenuto in considerazione, come dimostra anche la pubblicazione del gruppo parlamentare del Pd alla Camera (distribuito con l’Unità e stampato in carta rigorosamente non riciclata) che intende offrire un contributo «per affrontare la grave crisi economica», ma che della sostenibilità si dimentica quasi del tutto.

Insomma, tanto lavoro da fare per gli ambientalisti del Pd.

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