[05/05/2006] Rifiuti

Cosa cambia per i rifiuti con l’entrata in vigore del Testo Unico

LIVORNO. Dopo l’entrata in vigore del testo unico sull’ambiente e l’approvazione dei 9 decreti attuativi da parte di Matteoli, cosa cambia nelle aziende che gestiscono il ciclo dei rifiuti in Toscana? E quali sono le cose più meritevoli di attenzione? Lo chiediamo ai responsabili di alcune aziende del settore.

Maurizio Signorini (presidente Geofor, Pisa).
«Rispetto ai nuovi nove decreti non so cosa dire perché vista la loro recentissima approvazione, non c’è stato ancora il tempo per approfondirli. Sul testo unico, se va avanti, occorrerà sicuramente un approccio diverso da quello attuale. Noi avevamo già iniziato un percorso per diventare gestore unico per la Provincia di Pisa, con l’individuazione di un socio privato con una gara pubblica. Il testo unico ribalta la situazione: la gara pubblica dovrà individuare il gestore unico ed anche noi dovremmo partecipare. Ma cambiano – spiega Signorini – anche gli eventuali scenari e le strategie industriali per la raccolta differenziata. Noi avevamo puntato sul porta a porta, le raccolte stradali... Ora la selezione può essere post-raccolta, all’impianto, questo ci mette in altre condizioni perché è possibile fare la selezione dei rifiuti a valle e non più a monte. Tenga conto – conclude Signorini – che siamo in attesa del piano provinciale e di Ato, che dovrà tener conto di questa nuova situazione».

Sandro Gensini (direttore Asm Prato).
«Secondo me l’elemento del testo unico che ha più impatto e criticità è quello dove si modifica il servizio dei rifiuti urbani confinandolo ai soli utenti sotto i 250 metri quadri. Così quelli sopra i 250 mq. escono dal sistema pubblico e i loro rifiuti diventano speciali. Quindi anche un bar o un ristorante potrebbero non pagare la Tia, limitarsi a pagare per il solo spazzamento, ma poi dovrebbero trovare in proprio un operatore privato per smaltire i rifiuti prodotti. Non si sa bene come e con quali modalità. Una roba complessa – spiega Gensini – spariscono entrate e parte della Tia, va riorganizzato tutto. Poi ci sono altri problemi: le gare per l’assegnazione del servizio, la determinazione delle percentuali di raccolta differenziata (materiali da riciclo, compostaggio, recupero, ecc.), è vero che tutto questo ha bisogno di decreti attuativi e che fino ad allora sarà di difficile applicazione, ma il testo unico sconvolge certamente in termini gestionali ed economici decisioni ed interventi già in atto, approvati o progettati ed è l’intero sistema che occorrerà rivedere».

Livio Giannotti (direttore generale di Quadrifoglio, Firenze).
«I cambiamenti saranno solo di carattere burocratico e ci sarà da perdere altro tempo per entrare nella nuova ottica. Quello attuale era un sistema che si stava faticosamente mettendo a regime, e adesso invece di semplificare le procedure, per inciso oggi ricordo che serve la Via anche per fare una stazione ecologica, si fa di sana pianta una nuova legislazione, che per esempio trasferisce di nuovo le competenze, riaffidandone la gran parte alle regione e togliendole alle province».

Anche la questione-gare non sembra preoccupare Giannotti: «A parte il fatto che in linea generale sono favorevole alle gare e alla privatizzazioni, a patto che prima si crei un mercato, mi dice chi è quel soggetto imprenditoriale che viene a fare la gara a Firenze, dove i costi dello smaltimento, che sono il 40% delle spese della nostra azienda, li decide qualcun altro, cioè i gestori delle discariche? Prima vanno fatto le infrastrutture e gli impianti, altrimenti si tratta dei soliti esercizi normativi che vediamo da anni».

Eppure qualche differenza concreta la legge delega potrebbe portarla, anche per Quadrifoglio. «In effetti nel nuovo testo unico – conclude Giannotti - si introducono previsioni demagogiche assurde, per esempio quella di non far pagare la Tia alle superifici di oltre 250 metri quadri nei comuni di oltre 10mila abitanti, e a quelle sopra i 150 mq nei comuni sotto i 10mila abitanti. Che tradotto in euro significherebbe per Firenze un mancato introito da tariffa di 30 milioni di euro sui 68 complessivi. E siccome la Tia prevede una completa copertura dei costi, o si dovrebbe rappoppiare la Tia a famiglie e piccoli negozi, oppure si dovrebbe rimettere a carico dei comuni i costi dell’igiene urbana, come spazzamenti e lavaggi oggi conteggiati nella tariffa».


Lorenzo Banti (presidente Asiu Piombino).
«Per il momento cambia poco, anche perché mi immagino che i ricorsi proposti dalle regioni contro il testo unico andranno avanti. Staremo a vedere. I tempi previsti dai decreti attuativi comunque non mi sembrano attuabili. Al di là di che fine farà la cosiddetta legge delega, il problema è vedere se le aziende del nostro Ato sono poi effettivamente competitive sul mercato. Molto si gioca sull’impiantistica, su soluzioni comuni per le 4 aziende che operano nell’Ato livornese»
Anche con l’Esa dell’Elba dove i problemi degli impianti sembrano molto difficili da risolvere rapidamente?
«Con Esa la collaborazione sarebbe utilissima, soprattutto per due aziende piccole come le nostre, e servirebbe a tutti, soprattutto all’Elba che deve affrontare problemi di smaltimento e raccolta differenziata maggiori dei nostri. Lo ripeto, al di là di che fine faranno il testo unico e i decreti attuativi la sfida vera che abbiamo davanti è il mercato e l’efficacia dei nostri impianti».

Adriano Tongiani (presidente dell’Asmiu di Massa)
«Intanto bisogna capire cosa farà il nuovo governo del Testo unico, anche in relazione alle richieste di modifica fatte da Federambiente e regioni. Per i regolamenti attutivi bisogna capire i tempi ed anche qui la volontà politica. Gli effetti del testo unico per le aziende sono soprattutto per gli assimilabili agli urbani, anche se ci sono circolari del ministero che dicono che Tia (o Tarsu dove questa non c´è ancora) comunque dovranno continuare ad essere pagate. Comunque tutto questo crea una situazione di grande incertezza. Aspettiamo le decisioni del nuovo governo, che invitiamo ad aprire consultazioni sul da farsi con Federambiente, Regioni ed enti locali, anche per uscire in maniera concertata dalla politica di Matteoli che ha proceduto per strappi ed ha creato situazioni di difficoltà».

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