[09/12/2008] Rifiuti

Provincia di Arezzo: via al Piano attività estrattive

AREZZO. Approvato a larghissima maggioranza con 17 voti favorevoli (consiglieri Pd, Ps, di Rc, Pdci) e 4 astensioni dei consiglieri di FI, il Piano delle attività estrattive, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili della provincia di Arezzo. «Il piano – ha sottolineato il presidente della provincia Vincenzo Ceccarelli- è il frutto del passaggio di competenze alle province su questa materia e lo presentiamo al termine di un lavoro approfondito e di un percorso condiviso sia all’interno dell’ente, con la commissione consiliare ed i settori amministrativi, che all’esterno, con numerosi incontri con i comuni, le associazioni di categoria, le imprese, le associazioni ambientaliste e i cittadini. Il dimensionamento del piano, che avrà validità fino al 2012, e di circa 6.700.000 metri cubi suddivisi in quote annue».

«I principi guida che ci hanno ispirato nella redazione del piano- ha continuato Ceccarelli- sono la concentrazione delle attività estrattive in pochi ma significativi poli, favorire la continuità territoriale quando è compatibile con la situazione attuale, conservare o risanare alcuni ambiti territoriali, considerare i comuni come copianificatori, anche per allargare la partecipazione ai cittadini. Importante è il quadro conoscitivo dal quale è partito il nostro lavoro, con un attento monitoraggio del territorio suddiviso in quattro ambiti, un’anagrafe delle aziende che stanno svolgendo l’attività, l’archivio delle autorizzazioni, le analisi dei consumi sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Il risultato di queste premesse è l’individuazione di 39 aree estrattive nel territorio di 27 comuni, di 11 cave dismesse da recuperare e di quattro situazioni da approfondire insieme ai Comuni. Tutto questo- ha concluso il presidente della provincia- sulla base degli obiettivi del piano regionale, in particolare dell’autosufficienza di ogni provincia con un riequilibrio delle escavazioni». Anche se Forza Italia si è astenuta una velata critica al piano arriva dal consigliere Claudio Marcelli:

«Partecipo sempre senza preconcetti all’attività di pianificazione della provincia, e in questo caso, con un piano articolato e complesso, ho avuto dai tecnici dell’ente gli strumenti per verificarlo meglio. Devo dire che ho apprezzato la parte conoscitiva e di indagine che è veramente puntuale, mentre non vorrei che ci fosse una motivazione politica dietro il fatto che la provincia di Arezzo dovrà ridurre la sua attività estrattiva. Ritengo infatti che nei momenti di crisi, come quello che stiamo attraversando, si dovrebbero mettere in campo tutte le opportunità di rilancio», ha concluso Marcelli. La vede in modo diverso il capogruppo di Rifondazione comunista Giorgio Malentacchi che sottolinea l’iter partecipativo del Piano: «si arriva a completare una riflessione sulla materia dell’attività estrattiva dopo un lavoro svolto in modo proficuo che ha tenuto conto di tutte le esigenze di partecipazione delle categorie, dei sindacati, delle associazioni ambientaliste. Tra i tanti aspetti vorrei sottolinearne due che ritengo essenziali: il piano servirà ad impedire i processi degenerativi e le speculazioni ed a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro delle attività estrattive». Dall’amministrazione provinciale ricordano che dopo l’adozione del Piano da parte del consiglio provinciale, si procederà alla pubblicazione e ci sarà quindi tempo e modo per i cittadini di presentare osservazioni.

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