[10/12/2008] Aria

German Watch: Italia agli ultimi posti per riduzione di gas serra e performance ambientali

LIVORNO. La lettura del Climate change performance index del German Watch, è veramente sconsolante per il nostro Paese: nel rapporto internazionale che valuta la qualità degli interventi per la riduzione dei gas serra nei Paesi industrializzati ed emergenti reso oggi alla conferenza Onu sul clima di Poznan viene fuori un´Italia di retroguardia in tutti gli indicatori, con l´indicatore del livello di impegno ambientale e del rispetto degli impegni del protocollo di Kyoto costantemente sul rosso e l´arancione.

Lo studio analizza gli interventi positivi e strutturali di ogni Stato per quanto riguarda il global wearming e ci piazza al quarantaquattresimo posto sui 57 Paesi a maggiori emissioni di CO2, che producono il 90% dei gas serra emessi nel pianeta.
Svezia, Germania e Francia sono il virtuoso terzetto di testa. In quarta e quinta posizione troviamo i sorprendenti India e Brasile. Mentre le ultime posizioni sono come da pronostico per Arabia Saudita, Canada e Usa.

L´Italia riesce a peggiorare anche rispetto al 2007, quando era al quarantunesimo posto, e procede di un soffio Paesi che utilizzano massicciamente il carbone come la Polonia e la Cina, mentre ha le stesse performance negative del Giappone. A spingerci verso gli ultimi posti della classifica sono la mancanza di una reale strategia per abbattere le emissioni di CO2, la nostra politica energetica che punta ancora sul carbone, i trasporti inquinanti su gomma. Per il German Watch, dopo 11 anni dalla firma del Protocollo di Kyoto, l´Italia è uno dei Paesi europei dove i gas serra sono cresciuti rispetto ai livelli del 1990 (+9,9%), nonostante il trattato imponga un taglio del 6,5%

Legambiente, che collabora alla stesura del Climate change performance index, dice che il rapporto mostra «Una situazione disastrosa che rispecchia il cronico ritardo del nostro Paese nel raggiungimento degli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto. A salvare l´Italia dagli ultimissimi posti della classifica le poche ma importanti misure adottate in questi anni, come il conto energia per la promozione del fotovoltaico o gli incentivi del 55 per cento per l´efficienza energetica. Misure che paradossalmente sono proprio quelle finite nel mirino dell´attuale governo, che dopo aver eliminato l´obbligo della certificazione energetica degli edifici, ha tagliato il 55%».

Ma non è finita: secondo il rapporto la classifica dell´Italia potrebbe presto peggiorare anche a causa del ruolo di interdizione che sta giocando nei negoziati internazionali in corso sui cambiamenti climatici. «Insieme alla Polonia - si legge nel reppaorto - l´Italia è il paese che merita il giudizio più negativo sul piano internazionale per i ripetuti tentativi di sabotare il pacchetto energia e clima dell´Unione europea».

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