[10/12/2008] Comunicati

Greenpeace davanti alle ambasciate del Giappone: «arrestate anche noi»

LIVORNO. In tutto il mondo sono in corso azioni dimostrative di sostenitori e attivisti di Greenpeace che stanno protestando con lo slogan "Arrestate anche me" davanti alle ambasciate del Giappone per chiedere la liberazione di Junichi Sato e Toru Suzuki, due volontari di Greenpeace agli arresti domiciliari da maggio, quando svelarono la corruzione del cosiddetto programma di ricerca scientifica sulla caccia alle balene.

«Al ritorno dall´Antartide – spiega Greenpeace – i balenieri spedivano a casa centinaia di scatole con carne di balena contrabbandata. Gli attivisti hanno prelevato una di queste scatole, che secondo la bolla di accompagnamento avrebbe dovuto contenere cartone, e vi hanno trovato carne di balena affumicata per un valore di oltre 2.300 euro».

Sit-in anche davanti all´ambasciata del Giappone in Italia, «Perché in un mondo sottosopra, se denunci un crimine puoi essere arrestato!», dicono i volontari che indossano maschere che riproducono i volti di Junichi e Toru e hanno montato una "galera" all´ingresso dell´Ambasciata, mentre i cancelli di entrata sono stati bloccati da un grande striscione sul quale è scritto in italiano e giapponese "Arrestate la caccia alle balene".

Un rappresentante di Greenpeace ha consegnato una lettera all´ambasciatore del Giappone in Italia, Hiroyasu Ando, in cui si chiede che le autorità giapponesi la smettano di processare Greenpeace e comincino invece a processare i responsabili della caccia alle balene.

Le adesioni mediante sul sito web alla campagna per la liberazione dei due attivisti giapponesi sono arrivate a 30.000 "co-imputati", Il 12 novembre la Commissione Onu per i diritti umani ha condannato «l´irragionevole restrizione alla libertà di espressione»in Giappone e le violazioni commesse dalla Polizia giapponese con l´arresto di Sato e Suzuki. Anche Amnesty International condanna il comportamento del Giappone.

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