[15/12/2008] Comunicati

Alla Russia non piacciono il pacchetto Ue e la road map per Copenaghen

LIVORNO. Dopo due settimane la Conferenza Onu sul clima di Poznan ha forse partorito un topolino che procede timidamente lungo la pericolosa strada che porta ad un accordo sul post-Kyoto, ma che comunque spaventa l´orso russo. Secondo il segretario dell´Unfccc Yvo de Boer «l´obiettivo principale di fornire risultati concreti sulla strada a Copenaghen sono stati raggiunti. Le parti hanno o concordato un programma di lavoro per il 2009 che dovrebbe portare ad intensificare i negoziati. La Conferenza ha anche svolto un ruolo importante, ha sottolineato, nel portare avanti il pacchetto clima-energia dell´Unione europea. Di fondamentale importanza per i paesi in via di sviluppo è stato il lancio del Fondo di adeguamento. Le Parti hanno convenuto che il Fondo dovrebbe essere un soggetto giuridico con la concessione di un accesso diretto ai Paesi in via di sviluppo. Significativi progressi sono stati compiuti anche su una serie di questioni in corso, compresa la riduzione delle emissioni da deforestazione e degradazione delle foreste (Redd).

Un evento chiave nel corso della conferenza ministeriale è stata una tavola rotonda sulla condivisione di una visione a lungo termine di un´azione di cooperazione in materia di cambiamento climatico, in cui i ministri hanno indicato la direzione politica su come muoversi insieme verso un risultato concordato a Copenaghen». Secondo de Boer la Conferenza si è chiusa con un chiaro impegno dei governi sulle modalità dei negoziati per il prossimo anno, al fine dare forma ad una ambiziosa ed efficace risposta internazionale ai cambiamenti climatici, che verranno decise a Copenaghen alla fine del 2009 . Le Parti hanno convenuto che la prima bozza di un testo concreto negoziato potrebbe essere disponibile all´incontro Unfccc di Bonn nel giugno del 2009».

De Boer fa il suo mestiere che è quello di diffondere fiducia, ma una doccia fredda sul moderato ottimismo di Poznan era arrivato dalla Russia proprio nell´ultimo giorno della Conferenza di Poznan: « La Russia non può aderire a un nuovo accordo globale per la lotta contro il cambiamento climatico se è contro gli interessi di Mosca e realizzerà un obiettivo nazionale a medio termine di riduzione delle emissioni di gas serra l´anno prossimo – Ha spiegato alla Reuters il vice-capo delegazione della Russia, Alexander Pankin, - Se il nuovo patto Onu per il clima destinato ad essere approvato a Copenaghen alla fine del 2009 non riuscirà e fallirà nella definizione di impegni comparabili agli standard economici e sociali dei diversi Paesi, la Russia non lo firmerà,. Se voi state meglio di me, perché io dovrei avere un impegno più forte del vostro? L´ambizione della Russia è quella di stabilizzare le sue emissioni intorno al 30% rispetto al 1990 e di ridurle ulteriormente».
I russi si sono però rifiutati di assumere un qualsiasi impegno per la fatidica data del 2020. «Avremo il nostro impegno nazionale – ha spigato Pankin - Vedremo che cosa è realizzabile per la Russia, e lo faremo a livello di governo che ci dirà quale è l´obiettivo russo. Sicuramente dovremo farlo entro il prossimo anno».

La Russia sembra più che infastidita dalle pressioni dell´Unione europea che chiede di tagliare le emissioni di gas serra tra il 20 al 30% entro il 2020 e si propone come un ingombrante alleato per il nicchiante governo italiano (con il quale il governo Putin ha sempre una stana consonanza) ed il neo-Patto di Varsavia delle sue ex-colonie socialiste passate all´Ue. «Noi prendiamo le nostre decisioni nazionali perché non esiste la pressione internazionale su di noi, noi agiamo perché vogliamo vivere in un mondo più pulito», ha detto tra l´orgoglioso e lo sprezzante Pankin dall´alto del terzo posto della Russia tra i Paesi che emettono più gas serra al mondo.

La verità è che la Russia in crisi economica e che vede la gallina dalle uova d´oro petrolifera sempre meno fertile, conta sui Paesi ricchi come l´Italia restii a lanciare nuovi progetti "costosi" per combattere i cambiamenti climatici e ridurre i gas serra. Secondo Pankin «Parlare di un accordo collettivo globale a medio termine obiettivo per la riduzione delle emissioni non è realistico perché molti paesi non sono pronti ad impegnarsi per combattere i cambiamenti climatici con azioni concrete».

Va anche detto che la Russia è a posto con il Protocollo di Kyoto: le sue emissioni si sono ridotte di un terzo dopo il crollo dell´Urss che si è trascinata dietro la crisi delle sue inquinantissime industrie, ma già da quest´anno la Russia temeva di superare i limiti previsti per il 2012 a causa della crescita economica poi interrotta dalla crisi mondiale e le emissioni sono probabilmente in calo a causa del crollo della domanda di materie prime.

Torna all'archivio