[18/12/2008] Rifiuti

Crisi e crollo quotazioni materie prime e seconde: appello di Fise Unire

LIVORNO. Scriveva Lucia Venturi su greenreport il 7 novembre che il settore del recupero delle frazioni che provengono dalla raccolta dei rifiuti «continua a crescere nel nostro paese, ma ancora non riesce a far invertire la tendenza all’importazione dall’estero di materie prime riciclate, con l’unica eccezione della carta da macero». Il rapporto di Fise Unire su l’Italia del recupero presentato a Ecomondo metteva infatti in evidenza che «il recupero appare come un settore economico fondamentale per l’approvvigionamento delle materie necessarie a quasi tutti i settori della produzione di base dei materiali. In particolare con la crescita della domanda internazionale delle materie prime, il ruolo del settore del recupero sta aumentando e diventando di importanza strategica per il settore industriale italiano, su cui però l’attuale situazione di crisi dei prezzi delle materie prime potrebbe avere gravi effetti».

Non può stupire quindi che oggi Fise Unire, che lo ricordiamo è l’associazione che in Confindustria rappresenta il settore del recupero rifiuti, lanci un nuovo allarme-denuncia, chiedendo aiuto direttamente al governo: «Il settore del recupero rifiuti vive oggi una situazione di impasse a causa della crisi economica del comparto produttivo, della drastica conseguente riduzione della domanda e del crollo delle quotazioni delle materie prime. Se il Governo non prenderà provvedimenti urgenti, rischiano di crearsi le condizioni per nuove situazioni emergenziali su tutto il territorio nazionale».

Unire ha scritto al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio, Stefania Prestigiacomo e al ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, affinché prendano provvedimenti urgenti per evitare che le aziende si trovino costrette a respingere i carichi di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata, per non contravvenire alle prescrizioni autorizzative e penalizzare le amministrazioni locali.

In particolare chiede «da una parte, un provvedimento che ponga immediato e temporaneo generale rimedio all’eccezionale situazione per il superamento degli stoccaggi autorizzati, e dall’altra l’attivazione di un tavolo (che veda coinvolti ministeri e rappresentanze industriali) per individuare misure necessarie a fronteggiare la grave situazione di crisi del comparto».

L’attuale situazione di mercato – ribadisce Fise Unire in un comunicato - caratterizzata dalla crisi economica e finanziaria e dal crollo delle quotazioni delle materie prime (e con esse delle “materie prime secondarie”, derivanti dal recupero dei rifiuti), rischia di compromettere gli importanti risultati raggiunti in decenni di attività da un settore economico che riveste un ruolo strategico per l’intero sistema produttivo del Paese.

Ad oggi il Governo, dopo l’allarme lanciato dall’Associazione a novembre nel corso della Fiera Ecomondo – di cui parlavamo prima - e le recenti segnalazioni della gravità dell’attuale situazione, ha accolto l’ordine del giorno presentato alla Camera nell’ambito del provvedimento sull’emergenza rifiuti in Campania. L’Esecutivo si è così impegnato a trovare “misure di sostegno all´industria del riciclo, sia valutando la necessità di individuare adeguate soluzioni al problema dello stoccaggio dei materiali prodotti, sia agendo in prima persona per dare piena attuazione alle disposizioni in materia di «acquisti verdi» da parte della pubblica amministrazione”.

In Italia lo sviluppo delle raccolte differenziate (in particolare al centro-nord) ha determinato la saturazione del fabbisogno nazionale di macero e l’aumento delle esportazioni verso i mercati extra-europei contraddistinti da un crescente fabbisogno di materiali recuperati per alimentare i propri settori produttivi. Adesso la domanda dall’estero, in conseguenza della crisi internazionale e di importanti fenomeni di ristrutturazione produttiva, si è fortemente e inaspettatamente ridotta.

“Il ‘blocco’ delle esportazioni - evidenzia il Presidente Unire Corrado Scapino - si somma alle già consistenti difficoltà di individuazione di sbocchi per i materiali recuperati all’interno del Paese; difficoltà anch’esse legate al repentino crollo della domanda». «L’eccedenza dei materiali raccolti e che non trovano più sbocco sul mercato - aggiunge Scapino - sta quindi causando il loro accumulo presso le piattaforme di recupero, ormai prossime al collasso, anche rispetto alle capacità massime di stoccaggio consentito”.

Il ciclo integrato dei rifiuti, come dovrebbe essere ormai noto, non si esaurisce purtroppo con la raccolta differenziata dei rifiuti anche fatta nel migliore dei modi possibili. Il prima e il dopo la raccolta sono fondamentali quanto la raccolta stessa e se il mercato delle materie prime seconde non tira, bisogna che lo stesso impegno che si mette nella giusta promozione ( almeno a parole) della RD lo si metta anche per far funzionare tutta la filiera (dimenticata anche nelle parole). Un appello che rivolgiamo in particolare alle istituzioni che – crisi o non crisi - sembrano dimenticarsi o confondere troppo spesso la parola raccolta con quella di riciclo creando un caos di cui proprio non si sente il bisogno. Oltre al fatto che dovrebbero non solo dare il buon esempio, ma rispettare le leggi come quella sugli acquisiti verdi.

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