[18/12/2008] Acqua

Toscana ed Umbria raggiungono l’accordo sull’invaso di Montedoglio

FIRENZE. L’invaso di Montedoglio potrà essere ora utilizzato al meglio, grazie al protocollo d´intesa firmato questa mattina a Roma, nella sede della Conferenza delle Regioni, dai presidenti delle Regioni Toscana ed Umbria, Claudio Martini e Maria Rita Lorenzetti. La regione Toscana raddoppierà il prelievo di acqua per uso idropotabile e agricolo dall´invaso di Montedoglio passando dagli attuali 20 milioni di metri cubi a 43 milioni. L´utilizzo totale, insieme all´Umbria, sarà ogni anno di 77,7 milioni di metri cubi d´acqua, cioè oltre la metà della capacità dell´invaso «L´accordo è la concretizzazione della soluzione che serviva ad entrambe le regioni – ha sottolineato Martini – Per noi avrà effetti positivi non soltanto per la nostra agricoltura, ma soprattutto per il rifornimento ed il sostegno alla rete degli acquedotti che riforniscono una zona delicata come la Val di Chiana sia nel versante aretino che in quello senese. Questa scelta- ha continuato il presidente- avrà effetti positivi sui costi della risorsa e porterà sia ad una riduzione delle tariffe a carico dei cittadini, che ad un minor prelievo dalle zone amiatine, da tempo in sofferenza per la diminuzione delle piogge».

L´invaso di Montedoglio, ubicato sul fiume Tevere in provincia di Arezzo al confine con l´Umbria, ha una capacità di circa 150 milioni di metri cubi, di cui circa 100 utilizzabili. Nello specifico, dei 43 milioni annui di metri cubi previsti dal protocollo per la Toscana, 18 saranno destinati ad uso irriguo e quasi 25 ad uso idropotabile. All´Umbria andranno oltre 34 milioni di metri cubi, 12 per uso idropotabile e 22,7 per uso irriguo. L’accordo, che ha coinvolto anche l´Autorità di bacino del fiume Tevere e quella del fiume Arno, si concentra anche sulla riduzione del rischio idraulico. Infatti prevede che venga elevato fino a circa 20 milioni di metri cubi (rispetto ai 14,5 attuali) il volume dell´invaso libero e pronto ad accogliere eventuali onde di piena del Tevere, così da salvaguardare le zone a valle dal rischio di esondazione.

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